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Cuccureddu: “Mi diverto a preparare il campo per i ragazzini della mia scuola calcio”

Ha una scuola calcio ad Alghero, allena gli Esordienti e all’occorrenza disegna anche le linee come si faceva un tempo: il racconto di Cuccureddu nell’intervista al Corriere della Sera

Ha vinto sei scudetti, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Ha giocato 432 partite con la Juventus, segnando 39 gol: stiamo parlando di Antonello Cuccureddu e il suo nome figura tra i 50 della ‘Walk of fame’ dello Juventus Stadium. Oggi ha 72 anni ma la passione per il calcio non gli è certo passata.

 

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Cuccureddu con la maglia della Juventus – WikiCommons

 

È sempre lì Antonello: al campo. Non a giocare con altre vecchie glorie, ma ad allenare e all’occorrenza anche a disegnare le linee di fondocampo nel terreno di gioco della sua scuola calcio ad Alghero (di cui fa anche l’allenatore alla squadra degli Esordienti): una foto pubblicata dal figlio Luca su Facebook ha fatto il giro del web. Eccolo qui, sempre sorridente. Gli basta un campo da calcio, anche di terra: “Quando ero bambino giocavo sul fango, o per strada”, ha raccontato al Corriere della Sera, “Ora per i genitori sembra che se non c’è il campo in erba i figli non possano giocare. Invece si impara di più. Basti pensare agli stop: qui sono più difficili”. 

 

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(Foto Pagina Facebook «Calcio – Ultimi romantici»)

Le parole di Cuccureddu

“Mi diverto sempre, anche a disegnare le linee. Non lo faccio sempre io, a volte lo fa mio figlio”, ha raccontato Cuccureddoal Corriere della Sera. Poi prosegue: “Funziona sempre benissimo (si riferisce all’attrezzo con cui disegna le linee, ndr). Stendiamo il filo prima sull’area, poi sulle linee laterali, quindi si traccia e si passa sopra con la calce. Se non piove, dura due settimane”. 

 

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Calcio di punizione di Cuccureddu con la maglia della Juventus – @WikiCommons

Le regole della sua scuola calcio

Poi Cuccureddu ha spiegato le regole ferree che impone ai ragazzi della sua scuola calcio: “Chi non va bene a scuola, sta in panchina. Ai genitori consiglio di togliere il telefonino, il pc ai ragazzi che non studiano, ma non lo sport che è scuola di vita, altrimenti viene la depressione. E in partita scende in campo solo chi si allena”.  

L’INTERVISTA INTEGRALE LA TROVATE NELL’EDIZIONE ODIERNA DEL CORRIERE DELLA SERA