Cristiano Ronaldo: “Pallone d’oro? Sono deluso, penso di meritarlo tutti gli anni”
Il numero 7 bianconero ha parlato della sua nuova esperienza in Italia dicendo di trovarsi benissimo alla Juventus, che ha definito una famiglia, con Allegri e di non essere ossessionato dalla Champions League. E sul Pallone d’Oro…
Cristiano Ronaldo dal suo arrivo in Italia è già un fenomeno per tutti: gol assist e tanto spettacolo che lo hanno portato ad essere già uno degli idoli indiscussi dei bianconeri, ma c’era da aspettarselo. Un campione e un esempio, in campo e fuori. Alla Gazzetta dello Sport ha raccontato i motivi di questa scelta di trasferirsi a Torino, il suo attaccamento alla Juventus e sulla sfida a distanza con Messi invita il campione del Barcellona a venire in Italia e continuare la loro sfida da vicino. Ecco le sue parole:
“Il bilancio di questi primi 5 mesi? Sono molto felice di essere qui,
la città è molto carina, i tifosi
molto gentili e la Juventus è un
club fantastico, con una organizzazione
stupefacente. Qui i
giocatori sono umili, lavorano
molto. Sì, la mia impressione finora
è più che positiva. Chi mi ha impressionato di più? Non è giusto citarne solo alcuni,
ma posso dire che questo è il
miglior gruppo in cui abbia giocato.
Qui siamo una squadra, altrove
qualcuno si sente più grande
degli altri invece qui sono tutti
sulla stessa linea. Sono umili e vogliono vincere. Se Dybala o
Mandzukic non segnano, li vedi
comunque felici, sorridono. Per
me è bello, percepisco la differenza.
Anche a Madrid sono
umili ma qui… sento che lo sono
di più. Qui sembra più di essere in famiglia.
Sono venuto qui perché ho pensato
che la Juve è un club stabile, ha
storia, ha fatto due delle ultime
finali di Champions, ha vinto il
campionato per sette volte di fila.
Ho pensato a quello che ho
provato quando ho giocato qui,
l’atmosfera. Sono stati piccoli
dettagli a fare una grande differenza. Allegri? Con lui lavoro da poco. Quello che posso dire, però,
è che è molto professionale,
serio, un ottimo allenatore, un
tipo molto divertente. Una delle
migliori qualità è che parla diretto,
fa i nomi. Non capita che
dica qualcosa e la gente si chieda
a chi si riferisce.
“Marcelo-Isco alla Juve? Vedo che scrivete di James, di Bale, di Rodriguez, e di Asensio… Ma ci sono già grandi campioni anche qui: la Juventus non ha bisogno di altri rinforzi. Noi abbiamo tante opzioni, abbiamo un organico di qualità. Non so cosa accadrà in futuro e se Marcelo, visto che mi avete chiesto di lui, arriverà. Marcelo è forte, ma non lo so. Comunque noi apriamo le porte a tutti i buoni giocatori e lui è uno di loro”.
La sfida con Messi? Non è una gara tra me e
Messi. Io faccio il mio lavoro, ho
avuto successo in ogni club e
questa è la cosa più importante.
Non mi piace quando mi paragonano
ad altri, non è giusto. I
numeri parlano, se guardate le
statistiche vedete. Io ho provato
di poter avere successo con tutti
i club e con la nazionale, non devo
dimostrare nulla. Ho anche
cambiato vita, sono uscito dalla
zona di confort, ho accettato
questa sfida e tutto è andato bene.
Ho creduto in me e provato
alla gente che sono ancora un
giocatore incredibile. Mi manca? No, magari è il contrario. Io ho giocato in Spagna, Inghilterra, Italia e Portogallo e ho vinto ovunque lui è sempre stato in Spagna. Magari ha più bisogno
lui di me… Per me la vita è una
sfida, mi piace e mi piace far felici
le persone. Mi piacerebbe che
venisse in Italia, un giorno. Faccia
come me, accetti la sfida. Però,
se è felice lì, lo rispetto: è un
fantastico giocatore, un bravo
ragazzo ma qui non mi manca
niente. Questa è la mia nuova vita
e sono felice”.
Sulla vittoria di una Champions League con la maglia della Juventus, dice: “Questo non è uno sport individuale,
io sono sicuro del mio potenziale
ma lo sport resta collettivo.
Io dico sempre che la
Champions non può essere una
ossessione, bisogna pensarci
con tranquillità. Tutti la vogliamo, ma
dobbiamo arrivarci passo per
passo. Guardate la partita con lo
United, se fosse stato un quarto
di finale saremmo usciti. Servono
un po’ di fortuna, il momento
giusto, i dettagli.
Da quando sono qui ho realizzato che gli
juventini si rifiutano di perdere
due partite: quella con l’Inter e
quella col Torino. Un derby è
sempre bello e noi dobbiamo
vincere. A volte i miei amici e la mia famiglia
mi dicono: “ehi, sai che
sei Cristiano Ronaldo? Tu non
puoi fare questo”. Ogni tanto me
lo dimentico, ma è una cosa
buona. Se pensassi di aver vinto
tutto, di avere soldi e successo,
sarei pigro e non lavorerei duro.
Preferisco non saperlo, a volte è
meglio dimenticare di essere
Cristiano.
I miei figli sanno che sono così famoso? Cristiano junior lo sa, gioca
nella Juve, avverte la pressione
e gli piace. Sa che papà è una
star ed è felice. A volte mi chiede
“posso portare due amici italiani
a casa?”, io gli dico di sì e lui “ma
devi esserci tu, perché vogliono
fare una foto”. Tutto questo fa
parte del mio viaggio come papà.
Cristianinho vuole essere come
me, gli altri sono ancora piccoli
ma presto sentiranno questa
pressione.
Pallone d’Oro? Io penso di meritarlo tutti gli
anni, lavoro per quello, però se
non vinco non è la fine del mondo.
Rispetto la decisione. In
campo ho fatto di tutto per vincerlo,
i numeri non mentono,
però non pensate che io sia meno
felice se non vinco. Ho amici
fantastici e ho la famiglia, gioco
in uno dei club migliori, pensate
che vada a casa e mi metta a
piangere? Certo che sono deluso,
ma la vita continua e io lavorerò
ancora duro. Quindi congratulazioni
a Modric, lui merita,
ma il prossimo anno ci vedremo
di nuovo e io farò di tutto per
essere ancora lì”.
L’intervista completa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi