“Ballon d’Orson” saluta il West Ham: la leggenda Craig Dawson arriva al Wolverhamtpon
Craig Dawson è un nuovo giocatore del Wolverhampton: l’offerta al pub, il gol contro il Lione e i cori degli Hammers. La storia di “Ballon d’Orson”
Video su TikTok, post su Instagram e Twitter: il feed social del calcio inglese negli ultimi giorni ha avuto un solo protagonista. Non è né Haaland e né Arteta, ma Craig Dawson. Nella Premier League dell’appariscenza, un posto nel cuore dei tifosi del West Ham riesce a trovarlo anche il difensore centrale più lontano dagli standard d’immagine di oggi. Nonostante il periodo buio del West Ham, Dawson non sta trovando spazio. E non ci ha pensato un attimo a prenderlo il Wolverhampton di Lopetegui.
Per i tifosi degli Hammers però sarà sempre “Ballon d’Orson” o “Virgil van Dawson” (come van Dijk). Così lo chiamano nell’est di Londra. Le prime bandiere in suo onore si sono cominciate a vedere dopo il ritorno dei quarti di finale di Europa League contro il Lione. 0-3 in Francia con gol del difensore. Come guadagnarsi la gloria eterna con un colpo di testa.
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Dawson: MVP e calcio in testa a Che Adams all’esordio
“I’m forever blowing bubbles”, la canzone simbolo del West Ham, è diventata la Bibbia per il classe ‘90 di Rochdale, nella contea della Greater Manchester. Eppure la storia con gli Hammers non era iniziata nel migliore dei modi. Almeno fuori dal campo. Infatti Dawson arrivava dal Watford, tra i tanti rivali londinesi della firm del West Ham. Risponde subito in campo: arriva ad ottobre in prestito con diritto di riscatto, ma non esordisce prima di dicembre. Tempo al tempo; nominato MVP della partita alla prima contro il Southampton.
“Played for the shite, now he’s alright, walking in a Dawson Wonderland”: ci mette poco questo coro a sentirsi sugli spalti del London Stadium. Sulle note di “Walking in a Winter Wonderland” di Dean Martin, “giocava con le m***e, ora è tutto sistemato, camminiamo nel Paese delle meraviglie di Dawson”. Sacrificio, gol e tanta irruenza. Forse troppa. Lo sa bene Che Adams. Proprio nell’esordio con il West Ham di cui abbiamo parlato, l’ex Watford, nell’andare a calciare la palla, prende di collo pieno la testa dell’attaccante del Southampton. Dalle parti dell’est di Londra, per quanto possano essere pericolosi, amano questi tipi di comportamenti. E forse è stato proprio quel gesto a far scoccare la scintilla.
Dalla Prima Categoria alle Olimpiadi in 5 anni
Il settimo posto nella scorsa stagione in Premier e la semifinale di Europa League: un percorso che però parte dalle serie minori inglesi. Craig è vicino al calcio fin da piccolo però già a 16 anni non era più una priorità. Si divertiva di più al pub, dove lavorava come barista, e al Rochdale Cricket Club, come battitore. Proprio mentre era al bancone, il presidente del Radcliffe (al tempo nelle leghe dilettantesche regionali, settimo livello del calcio inglese), gli offre un posto in squadra.
Nel giro di 5 anni si guadagna la chiamata della nazionale inglese Under 21 e la convocazione del Regno Unito alle Olimpiadi del 2012. Si mette in mostra con la squadra della sua città, il Rochdale, fino ad arrivare al West Bromwich Albion, dove rimane fino al 2019, andando via con oltre 200 presenze. Due anni al Watford e poi l’inizio della storia d’amore con il West Ham.
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Il saluto di Rice
“È stato un vero piacere giocare con te, ho dei ricordi incredibili degli ultimi due anni insieme! Mi mancherai amico, auguro a te e alla tua famiglia tutto il meglio”. Così lo ha salutato Declan Rice. Nel cuore e nella mente di giocatori e tifosi. Non parlate di “Ballon d’Orson” nell’est di Londra, il rischio di essere sommersi d’amore è alto.