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Juve, Buffon si racconta: “Non smetto perché rispetto i sogni del Gigi bambino”

“L’essere umano si abitua facilmente alle cose nuove, dopo i primi giorni in cui dovevo prendere le misure con la moglie, i figlioli e tutto sto trovando i miei spazi e devo dire che sto bene”, ha spiegato Gigi Buffon, intervenuto insieme al cantante Bugo, tifosissimo della Juventus, durante 'A casa con la Juve' il nuovo format di JTV che intrattiene i tifosi bianconeri con i collegamenti a casa di giocatori e tifosi vip. “Rispetto ad altri io sono facilitato, per la mia condizione economica, oltre per il fatto di avere una casa con un giardino. Ma lo scopo e il rispetto che bisogna avere per gli altri è così grande che bisogna seguire tutte le direttive. Dalle situazioni più complicate vengono fuori delle letture molto belle, penso che questo ci stia unendo di più come popolo, ha aggiunto il portiere bianconero – in quarantena come i suoi compagni di squadra – sul difficile momento che sta vivendo il Paese colpito dal Covid-19 (tutte le news sul calcio in Italia), prima di rispondere alle tante domande dei tifosi arrivate all'hashtag #ACasaConLaJuve.


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Infanzia e ricordi

In cucina? Diciamo che me la cavo. Quando c’è l’esigenza Gigione si mette ai fornelli e comincia a spadellare come solo lui sa fare. Penne al sugo e tonno è il mio piatto forte da Parma ’95, è da 25 che lo sto perfezionando”. Poi, spazio alla piccola parentesi in Franciae al suo ritorno alla Juventus in estate: “Tornare qui è stato naturale. Ho fatto un anno bellissimo a Parigi, mi ci voleva per disintossicarmi, senza però mai recidere questo cordone ombelicale”.

“Quando ero piccolo, dai 4 ai 7 anni, sono stato juventino alla follia. Ero innamorato di Trapattoni, mi piaceva come personaggio, i suoi fischi e tutto. Quando è andato all’Inter per un attimo tentennai. Una volta andato via, ho iniziato a seguire le squadre di provincia: Pescara, Como, Avellino, Campobasso, fino ad arrivare a simpatizzare per il Genoa quando avevo 9 anni. Se ho mai pensato di fare un altro sport? Assolutamente no. Il mio amore per il calcio soffocava tutte le altre attività sportive. Due anni fa avevo praticamente smesso di giocare, ora non smetto perché prima di tutto sto bene, poi per rispetto dei sogni che avevo da bambino. Questo pensiero ce l’ho fisso”.


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Dai racconti della sua infanzia al presente… ovviamente tutto bianconero: “Se preferirei le manone di Szczesny o i riflessi di Pinsoglio? Per fare il portiere meglio le manone di Szczesny, aiuterebbero tanto. E se dovessi scegliere tra il sinistro di Chiellini o il destro di Bonucci? Vorrei avere tantissime cose di Chiello, ma  il destro di Bonucci. Trasformarmi in Superman o Batman? Ho fatto una vita da Superman e non mi sono trovato male, rimango per Superman”.

Infine, il portiere si sofferma anche sull'abbraccio affettuoso con Dybala dopo la rete del 2-0 sull’Inter: “L’adrenalina è quell'energia che ti fa fare cose a cui non pensi e che non dovresti fare. Come in Juve-Inter, fa gol Dybala e il voler essere protagonista e condividere, sei lì che ti abbracci e ti esponi a dei rischi. Non ci pensi, però. Non c'è niente di più bello di vivere determinate emozioni, anche a costo di pagar dazio".​

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