#CopaAmerica – La finale vista da Sosa: “In Argentina c’è tensione e domina la scaramanzia. Vorrei una squadra come il Cile…”
Una finale dal sapore di storia, di rivincita per l’Argentina. Trepidazione, ansia, batticuore. Tutto il Sudamerica questa notte si fermerà per 90’ per scoprire chi sarà il nuovo padrone calcistico del Continente. Da una parte l’Albiceleste dei fenomeni, dall’altra il Cile dei miracoli: che finale di Copa America sia (alle 2 su Sky Sport). Tenetevi forte. A raccontarci l’attesa in vista di questa partita direttamente dall’Argentina ed in esclusiva per Gianlucadimarzio.com ecco Roberto, il ‘Pampa’, Sosa, l’ex attaccante e bandiera del Napoli recatosi recentemente in Sudamerica per progettare il proprio futuro da allenatore:
“Ora sto rientrando in Italia, ma sono stato qua 3 settimane per trattare riguardo la panchina di tre squadre di Serie B argentina. Per ora nulla di concreto, ma so che mi tengono in considerazione… Tempo fa parlai anche col Martina Franca ma non se ne fece nulla. Indipendentemente che sia Argentina o Italia ho voglia di ricominciare e andrei ovunque ci sia il progetto giusto per lavorare bene e con serenità”.
Il campo al ‘Pampa’ manca, eccome. Ora però è tempo di staccare la spina anche solo per un attimo per godersi in tutta tranquillità questo match così sentito per l’Albiceleste, al futuro si ritornerà a pensare a partire da domani pomeriggio: “C’è tensione e anche un pochino d’ansia perché la Copa America non la si vince da un po’… Inoltre ci sono state tantissime difficoltà alla vigilia: pensate che l’AFA stava addirittura per ritirare la Nazionale prima dell’inizio del torneo! Dopo la morte di Grondona non si sa nemmeno quando ricomincerà il campionato argentino e proprio a causa di questo caos c’è ancora più attesa per la finale. Ed in particolare vogliamo che finalmente Messi alzi questo trofeo, per lui e per tutti i tifosi”.
Sosa a Napoli è stato uno dei simboli della rinascita della società: manterrà per sempre ben saldo il proprio posto nel cuore dei napoletani e allo stesso modo Napoli rimarrà sempre dentro di lui, nei sentimenti ma anche nelle abitudini: “Guarderò la partita in Italia, ma questa volta rigorosamente da solo e vi spiego il perché – ride –. L’anno scorso vidi la finale insieme ad alcuni amici e sappiamo tutti come andò a finire… Così se dovesse perdere un’altra volta sarà solo colpa mia – ride di nuovo – Sono diventato napoletano in tutti i sensi, anche nella scaramanzia!”. Pathos e passione che si intrecciano con la voglia di rivalsa e col sangue caliente argentino: in Sudamerica conoscono bene quanto è stata intensa la delusione e l’amarezza delle finali perse contro la Germania al Mondiale e nella scorsa Copa America contro il Cile. Una vittoria sarebbe il giusto riconoscimento per una generazione di talenti difficilmente replicabile, ma in particolar modo per un giocatore costretto al perenne confronto con quel mostro sacro di Maradona, anche e soprattutto con la maglia albiceleste: “Per me la vittoria dell’Argentina sarebbe il giusto riconoscimento per una generazione di fenomeni che merita di vincere, soprattutto visto che è la terza finale in tre anni. L’attesa è incentrata soprattutto su Messi, perché c’è lui al comando della Selección. È arrivato il momento di sollevare un trofeo: i dati stessi dei gol fatti e subiti dimostrano quanto l’Argentina sia la squadra più forte”.
Il Cile però fa paura: una squadra capace di abbinare garra e qualità, mai sazia di vittorie. Senza dubbio la finale è composta dalle due Nazionali in questo momento più forti del Sudamerica. E che attestati di stima del Pampa verso la Roja: “Il Cile dall’avvento di Bielsa come ct in poi è migliorato tantissimo: ha una mentalità vincente e molto offensiva. Ammetto che mi piace tantissimo il loro stile di gioco e da allenatore vorrei vedere giocare la mia squadra così, con un pressing alto straordinario. La partita nella partita potrebbe essere la sfida tra Messi e Sanchez: due giocatori incredibili simbolo delle rispettive nazionali”.
Purtroppo non prenderà parte alla sfida a causa di un infortunio al gomito rimediato nella semifinale contro gli Usa contro i cartelloni pubblicitari un altro giocatore diventato grande a Napoli, quel Lavezzi che con Sosa ha condiviso maglia e spogliatoio:
“Il mio unico rammarico per questa partita è non poter vedere il mio amico Lavezzi: il Pocho meritava di scendere in campo per come ha giocato ma soprattutto per il ragazzo che è: una persona solare che non fa mai mancare l’appoggio al gruppo. Gli faccio un grosso in bocca al lupo per una pronta guarigione. Sarà ugualmente insieme alla squadra per sostenerli e sono sicuro che i compagni ne gioveranno”.
E sempre in tema Napoli non si può sorvolare la questione Higuaín, diventato dopo i 36 gol con la maglia azzurra l’attaccante titolare anche per il ct Martino, non senza critiche però. E da ex collega nel ruolo di attaccante, Sosa ha le idee chiare anche sul Pipita, ritenuto imprescindibile e punto di partenza per la costruzione del Napoli del futuro: “Higuaín è reduce da una stagione incredibile in cui è stato straordinario. Ovviamente qua ha molta più concorrenza rispetto al Napoli e nelle prime tre giornate di questa Copa ha ricevuto diverse critiche: i tifosi si lamentavano e volevano Agüero titolare. Se il Napoli vuole vincere deve per forza di cose ripartire dal Pipita, anche se quella clausola che pende sulla sua testa spaventa, eccome. Bisogna dire bravo a Martino che ha avuto il coraggio e la volontà di confermarlo anche quando non riusciva a segnare. Beh, pensandoci bene, ogni allenatore vorrebbe avere i problemi che ha Martino – ride – ha un reparto offensivo straordinario. E chi non vorrebbe giocare con Messi? Ma anche la difesa dell’Argentina mi ha sorpreso, soprattutto un giocatore, Funes Mori, che secondo me ha fatto benissimo”.
È tuttavia anche tempo di calciomercato e spesso competizioni come la Copa America o l’Europeo possono regalare agli addetti ai lavori nuova linfa vitale in tema di idee ed obiettivi. Tra le fila della Seleccíon secondo il Pampa un giocatore che farebbe al caso del Napoli forse per il definitivo salto di qualità ci sarebbe… “Un consiglio per il Napoli? Kranevitter! Secondo me è il Mascherano del futuro e lo vedrei bene a Napoli, ma il ragazzo gioca nell’Atletico e dubito che Simeone se ne priverà facilmente”. Infine, da buon napoletano, meglio non sbilanciarsi riguardo un eventuale pronostico. Non si sa mai, dannata scaramanzia… “Spero vinca l’Argentina ma da buon napoletano per scaramanzia preferisco non fare pronostici – ride – non mi sbilancio!”. La simpatia e la disponibilità del Pampa sono contagiose: non è difficile intuire il perché a Napoli sia stato tanto stimato sia fuori che dentro il campo. Ora però è giunto il momento dei saluti, è tempo di finale, per la rivincita e per la storia: in Sudamerica cresce l’attesa, aspettando di vedere chi sarà davvero il nuovo padrone calcistico del Continente.
Alberto Trovamala