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Como, l’avvocato Di Cintio: “Una commissione ad hoc per trovare il giusto proprietario. Non bastano i soldi, vogliamo un progetto valido per la città”

Mai più casi Parma. Questa era l’idea, lo slogan, dopo il fallimento della squadra emiliana di due anni fa. E invece di altri casi Parma ce ne sono stati, troppi. L’ultimo è quello del Como, lasciato completamente abbandonato a se stesso dopo il flop societario di quest’anno. Una società, una città intera, lasciata sola. Ma c’è, per fortuna, chi non ci sta. E vuole un futuro per il calcio a Como. Stiamo parlando del sindaco della città lombarda Mario Landriscina, che ha deciso di istituire una commissione speciale per garantire un progetto futuro al Como Calcio. Nella commissione speciale presenti tanti professionisti di mondi diversi. Il dottor Marco Rezzonico, esperto in materia di bilanci societari, l’avvocato Giuseppe Ragadali per il diritto legato alle procedure e infine l’avvocato Cesare Di Cintio, esperto di diritto sportivo.

Ed è proprio Di Cintio a parlare ai microfoni di gianlucadimarzio.com, spiegando quali sono gli obiettivi della commissione: “La decisione del Sindaco è stata lungimirante, la scelta di istituire una commissione ad hoc con professionisti di diversi settori può creare un precedente importante, visto che è la prima volta che accade in Italia, ed è una caso più unico che raro. Il comitato è stato costituito con un provvedimento del 5 luglio nel quale siamo stati nominati per trovare una soluzione per la proprietà del Como Calcio. Vogliamo scegliere il progetto migliore per la città, non solo per la società, ci sono otto offerte sul tavolo. Dopo il primo passo, ora siamo al secondo step. Ciascun acquirente ci dovrà presentare un progetto, che non vuol dire solo garanzie economiche ma anche un collegamento serio con il territorio. Partiamo da un campionato dilettante, il tema sociale è fondamentale nella nostra scelta”.

Tanti possibili investitori, ma la scelta della commissione sarà specificamente influenzata dal progetto della futura proprietà con il territorio: “Vogliamo che chi arrivi sia integrato con lo sviluppo della città. Il settore giovanile dovrà essere alla base di tutto, oltre ai valori tecnici le famiglie di Como devono avere la possibilità di educare i propri ragazzi attraverso lo sport. Questo non vuol dire una chiusura ai capitali esteri, anzi. Il futuro proprietario può essere anche straniero, l’importante è che la città individui una società forte. La commissione è molto trasparente, la scelta deve essere corretta a 360 gradi, per questo ci sono diversi professionisti che vengono dal mondo dello sport ma non solamente. Ci sono esperti di procedure amministrative e del pubblico demanio visto che lo stadio è un bene pubblico. Le tempistiche saranno veloci, non abbiamo tempo da perdere”. Tutto deve essere fatto nel migliore dei modi, perché, a Como, un altro caso Parma non se lo possono più permettere. Il Sindaco e la commissione, questo, lo sanno bene.