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Mignani, il Cesena e la Serie B: una “Maraffa” con la briscola a Bastoni

Secondo gol in stagione per il giocatore dei romagnoli: sempre più al “centro” del progetto dell’allenatore

“Maraffone”: il gioco di carte più diffuso e amato in Romagna. Prima mossa – come regolamento impone – battezzare il seme della briscola. Michele Mignani, allenatore del Cesena, non ha dubbi: (B)astoni. A “maraffa” si gioca in coppia e quella Mignani Simone Bastoni sembra aver trovato l’intesa cercata per la Serie B dei romagnoli. Un gol che profuma di serenità, un pallone sotto la maglietta, un pollice in bocca: la “cricca” vincente di Simone contro il Modena. Tiro secco rasoterra dal limite dell’area e rete decisiva contro il Cittadella. L’asso nella manica di Simone: quello di Bastoni. Che regala ai tifosi bianconeri un’altra “serata in osteria” di ritorno dal Veneto per festeggiare la prima vittoria esterna del Cesena in campionato.  

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Mignani, Cesena e Bastoni: una “maraffa” da tre punti

Un asso, un tre o un due nel momento giusto, una presa mancata e, o si viene avvolti dalla “gloria” dell’istante oppure sei un “patacca” come tanti. Una risata in compagnia, un bicchiere di rosso come penitenza e passa tutto. La banale essenza romagnola raccontata dal “Maraffone”. Mazziere: Michele Mignani. Mischia le carte, in mano il quattro di denari essenziale per determinare la briscola che comanderà il giro. La scelta è chiara da mesi e viene confermata anche “nella partita più difficile del campionato” – dichiara l’allenatore prima del match col Cittadella: (B)astoni. Simone Bastoni, la sorpresa nel mazzo assemblato dal direttore sportivo Fabio Artico. “Una trattativa portata avanti sottotraccia della quale andiamo molto fieri” – rivela il in occasione della presentazione del calciatore. Come giocare la briscola quando non si può rispondere al seme: vada come vada il punto è assicurato. Suo il gol che decide la partita a Cittadella. Lì dove Mignani “cala la Maraffa (o Cricca)” per regalarsi il quarto posto solitario in classifica: asso, due e tre. Bastoni, due gol (il secondo del solito Shpendi), tre i punti conquistati dal Cesena: i primi in trasferta. Nonché gli stessi della coppia che ha in mano “La Maraffa”. Che spesso sanciscono la vittoria della partita. 

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credits: Cesena FC

Un gioco in bianco e nero

Manca. Serve. Per riassaporare il pacere della passione. Dello stare bene sentendosi al centro di un progetto ambizioso, ma senza pressione. Questo è giocare per il Cesena: “Sono convintissimo della scelta che ho fatto” – confessa a gianlucadimarzio.com. E con lui Mignani: 13 presenze su 13 partite di campionato. Come una partita a carte la sua presenza a centrocampo equivale al compagno che al tavolino del “maraffone” conta le briscole che escono. Situazione sotto controllo, visione più lunga dell’avversario, astuzia nella giocata e istinto dettato dall’esperienza. Quella di chi si ritrova a giocare un campionato di Serie B dopo aver accumulato 88 presenze in Serie A con 16 gol segnati e altrettante in Serie C. Più della metà vissute sudando la stessa maglia. Stessi colori: il bianco e il nero dipinti nel cuore. Originario di Piana Battolla, un paesino di 1.269 abitanti in provincia di La Spezia dove scocca la scintilla col pallone. Idee chiare, convinzione e lo Spezia: la “cricca” di Bastoni. Settore giovanile, Primavera e prima squadra. Un legame durato molti anni innestato sugli incontri e le sensazioni. Bastoni, Giulio Maggiore e Luca Vignali. 13 anni insieme allo Spezia da spezzini doc. “Abbiamo coronato il sogno di molti bimbi come noi” – afferma il centrocampista del Cesena in occasione della promozione in Serie A nel 2020. Festeggiata con la spontaneità di chi sa apprezzare la semplicità: una cena con la deliziosa porchetta di papà mangiata insieme alle persone più care. 

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credits: Cesena FC

Bastoni, tra idoli e gol dalla distanza

Centrocampista centrale di natura, dopo anni di professionismo tra Siena, Carrarese, Trapani e Spezia si ritrova a 23 anni a interpretare un nuovo ruolo per volere di Vincenzo Italiano. Simone deve giocarsi la carta più importante del suo mazzo: la duttilità. La gamba, la falcata, il controllo del pallone del classe 1996 portano l’attuale allenatore del Bologna a spostare il ragazzo sulla fascia sinistra (Con Thiago Motta tonerà a centrocampo). In quella posizione segna il suo primo gol in Serie A. A San Siro contro il Milan con un tiro dalla distanza. Davanti agli occhi di un vero asso della fascia come Theo Hernandez del quale Simone non nasconde l’ammirazione: “I miei idoli principali sono sempre gli avversari” – sincerità, professionalità e umiltà fanno di Bastoni il Simone che è oggi. Poi ci sono Del Piero, Marchisio e Milinkovic- Savic: fante, cavallo e re che nel “Maraffone” valgono uno. Quell’uno è Simone Bastoni che sin dagli esordi li sceglie come modelli. Un solo gol, per lui fondamentale, nella passata stagione con la maglia dell’Empoli. Due con il Cesena quest’anno, sempre dalla distanza. Determinanti come la briscola a “Maraffone”. Che al Manuzzi è sempre più a (B)astoni.