Cioffi, da Caserta alla A: la benedizione di Volpecina e gli occhi del Cagliari
Classe e talento, ma anche tanta umiltà. Il capo chino a tenere i piedi saldi per terra, come quando al minuto numero 79 della sfida alla Fiorentina Gennaro Gattuso lo richiama dalla panchina e lo lancia in campo. “Vai” è una semplice indicazione, ma per Antonio Cioffi vuol dire tanto.
Classe 2002, 18 anni lo scorso dicembre, nato a Maddaloni ma cresciuto a San Felice a Cancello (una frazione in provincia di Caserta) fa il suo esordio in Serie A. Ci ha messo poco a farsi riconoscere dalla famiglia, ci ha messo poco anche a scegliere il suo sport preferito. A 6 anni il battesimo del fuoco arriva con addosso la maglia dell’Oasi Sanfeliciana, scuola calcio del suo Comune che gli permette per cinque anni di coltivare la passione di casa.
“Me lo ricordo bambino a provare le punizioni. Mi saltò subito all’occhio la sua dedizione: ovvio che per arrivare in Serie A devi avere classe, talento, ma come lui anche tanti altri ragazzini ce l’hanno. Non tutti però arrivano in Serie A”. A raccontarlo è Clemente Della Rocca, tra gli allenatori dell’Oasi che lo ha visto crescere. Suo padre, Fiorenzo, è il presidente e lui ha potuto seguire da vicino il percorso del giovane Cioffi. “Tutte le estati si allenava duramente, non saltava un giorno senza essere sul campo. Fu quasi automatico il suo passaggio al Napoli”.
Un passaggio consigliato da Giuseppe Volpecina, ex difensore del Napoli scudettato che lo segnalò al settore giovanile, contento di un nuovo casertano in maglia azzurra. Una famiglia coi piedi per terra e una strada tutta da fare. “Sono felice di vederlo dov’è oggi, il Napoli lo aveva visionato più volte e poi decise di prenderlo nel 2013. Con le giovanili azzurre ha giocato in tute le categorie e sempre da capitano”.
Un vero e proprio idolo a San Felice: “L’anno successivo al suo passaggio, tornò con il Napoli a giocare un’amichevole nella nostra Scuola Calcio. Facemmo il tutto esaurito, sugli spalti c’erano i familiari, gli amici e tanti striscioni per lui. Fu una bella giornata di festa” continua Della Rocca.
Il convitto degli ultimi mesi – causa covid – è stato duro, la lontananza da una famiglia sempre centrale nella sua vita anche. Ma le capacità e il nome di Cioffi sono già conosciute in giro per l’Italia. Lo scorso anno il Cagliari lo chiese al Napoli nell’eventuale trasferimento di Barella in azzurro. Il sardo andò però all’Inter e Antonio è rimasto a casa sua. Fino all’esordio in A di oggi: la strada è ancora tanta, ma l’inizio è tutto da godere.