Ciciretti, la gavetta vince sempre: dall’impresa del padre al Napoli di Sarri
Se non avesse avuto il fuoco dentro avrebbe lavorato nell’impresa edile di papà: “Mi dava dello scarso, ma in realtà voleva che lavorassimo insieme”. Sogno paterno sfumato. Perché quel biondino lì aveva “qualcosa in più degli altri”. Vis Aurelia in primis, quando “scartava tutti gli avversari e faceva segnare i suoi compagni sulla linea”. Cassano style. Geniale, estroso, uno che in campo ti crea la giocata. Fantasista e… fantasia applicata. Specie sul corpo. Tatuaggi e scommesse: “Se raggiungo più di 500 retweet mi tatuo il logo di twitter!”. Più di mille, sfida superata. Sinistro magico poi. E già a 10 anni, nella Lazio pre-Lotito, quando “faceva gol da calcio d’angolo (leggi qui la sua storia)”. Imprendibile, ne parlavano così: “Bravo coi piedi, visione di gioco, qualità anomale per uno della sua età”. Cronache di un Ciciretti bambino, oggi 24enne dal futuro chiamato Napoli.
CHI E’ AMATO CICIRETTI
Bruno Conti, qualche anno dopo, lo convinse a “sposare” Trigoria: “Ciciretti è figlio di romanisti sfegatati, sanno tutti i cori della curva, quel ragazzo ha la Roma dentro”. Storie. Mentre Danilo Pagni – ex ds del Messina – lo prese dalla Pistoiese quasi a costo zero, dopo sei mesi di panchine: “Mi chiesero un parere, dissi a Lo Monaco di prenderlo immediatamente (leggi l’intervista)”. Il resto è tutto scritto: lui, il Benevento, le due promozioni di fila e l’arrivo in Serie A. Un figlio della gavetta. Uno che qualche anno fa neanche giocava. “Crederci sempre”. Ce l’ha tatuato sulla pelle e se ne ricorda ogni giorno. Soprattutto oggi. Il Napoli di Sarri l’ha blindato, 5 anni di contratto e intesa trovata (era in scadenza, qui le novità). Ciciretti ha detto sì, resta da capire quando arriverà al San Paolo (gennaio o giugno?). Non una novità comunque: Sarri lo segue da più di un anno, da quando “Cicero” giocava ancora in Serie B ma già incantava. Stupiva. Questione di meeting. Luogo d’incontro: Napoli, ristorante Regina Margherita. Presenti: il ds azzurro Cristiano Giuntoli, il suo braccio destro Giuseppe Pompilio e gli agenti del fantasista, Luigi Matrecano e Vincenzo Pisacane (leggi qui). Primissimi affondi. Un inseguimento vero. Concretizzato, oggi, dall’accordo raggiunto col talento made in AS Roma, di cui tra l’altro è tifosissimo. Basta dire Totti per mandarlo in trance: “E’ un punto di riferimento”. Come le sue origini: si è tatuato sul polpaccio lo Scudetto vinto con la Primavera. Quella di Politano, Viviani e compagnia. I giallorossi, però, l’hanno scartato mandandolo in giro per l’Italia: “Non facevo al caso loro”. Lui non ha mollato e ha continuato a crederci, segnando il primo gol in A a 23 anni. Ciciretti è diventato grande. Ora vede Napoli, Sarri e un futuro già scritto. Con tanti saluti all’impresa di papà.