Chinellato si racconta: “Milan, rimpianti e delusione! Ora il Como e la scommessa del sushi”
Accento veneto, tono schietto e deciso. E’ un tipo molto riservato Matteo Chinellato, attaccante classe ’91, non gli piace parlare molto di sé. Tutto casa, calcio e play station. E’ molto religioso, si è anche tatuato un rosario, insieme ai nomi della sua famiglia e della sua ragazza con cui sta ormai da nove anni (“Matrimonio in riva al lago? Mica male come idea…”). Ha un obiettivo preciso, chiaro – lui non parla di sogni – riprendersi il tempo perduto dopo quei giri d’Italia, alias prestiti, cui ogni anno, puntualmente era costretto e a cui oggi ripensa con un mix di delusione e rimpianto. In estate ha scelto di ripartire dal Como, dalla Lega Pro. “La piazza giusta per diventare grande”, lo ammette senza tanti giri di parole.
“Le parole ahimè non servono più, servono solo i gol”. Già, mica facile la ‘vita’ dell’attaccante! A volte anche un gol in meno rispetto a un tuo collega può risultare decisivo. Lo sa bene Chinellato: tra delusioni e momenti negativi che lo hanno fatto diventare grande, gli hanno messo elmetto e scudo. Gli hanno dato quella che potremmo definire ‘libidine da rete’: “Voglio segnare! Ma soprattutto voglio raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati in un anno difficile dopo la brutta retrocessione dalla Serie B. Vogliamo minimo i play-off”. ‘Per vincerli’, sussurra poi con voce tenue. “Anche io vengo da una bella batosta: la retrocessione con il Cuneo ai play-out. Ho sofferto parecchio”. Lo dice con tale convinzione che è impossibile non credergli. Ragazzo sincero Chinellato, come sincera è anche la sua voglia di riscatto.
“Finalmente sento la fiducia della società e dell’allenatore, finalmente una chance importante! Como è una grande piazza e mister Gallo fin dal primo giorno – rivela Chinellato ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – ha dimostrato una coerenza che nella mia carriera non avevo mai incontrato. Siamo un grande gruppo, anche fuori dal campo. Stiamo spesso insieme: ci facciamo grosse sfide alla play-station e soprattutto…grosse cene di sushi!”. E’ felice Chinellato, finalmente (parola chiave per descrivere la sua storia, che lui stesso usa moltissimo).
Cambia tono di voce quando ripensa al Milan. Ci interrompe. “Parentesi? No, no. Diciamo meglio, a Milanello ci sono andato solo una volta a fare le visite mediche poi solo prestiti…”. A volte ricordare fa male, fa soffrire come se effettivamente si dovesse rivivere quella precisa situazione. Si capisce da come ne parla che per Chinellato sono stati anni difficili: “Il giorno che mi dissero che avrei firmato per il Milan ero la persona più felice del mondo, io sono tifoso rossonero da sempre! Poi, come spesso capita, la realtà non è all’altezza della fantasia, diciamo così. Avevo firmato per cinque anni, pensavo che ci puntassero su di me e invece…”. Invece? “Ogni anno una nuova squadra, un nuovo ambiente. E io ho sempre giocato poco sia per scelte che per i mille infortuni che ho avuto. Giusto l’anno scorso a Cuneo, a livello personale, sono andato bene. Ma niente, in estate è scaduto il contratto con il Milan e fine della storia”.
Un finale stile Malavoglia o qualche altro triste (ma splendido!) racconto di Giovanni Verga. “E’ una delle cose più brutte che ti possa capitare non sentirti parte di nulla, non riuscire a fare quello che hai sempre desiderato. Giusto ora mi sto rendendo conto del tempo che ho perso e dei rimpianti che posso avere. Poco importa! Quel tempo voglio riprendermelo…”. E’ cresciuto Chinellato, sa bene dove vuole arrivare: “Mi piacerebbe in futuro un’esperienza all’estero, in Germania magari. Seguo tutte le partite di Bundesliga”.
Non ha hobby particolari, va spesso a farsi un giro al lago. E soprattutto non si perde nemmeno una partita di Federer: “Sono un appassionato di Re Roger, è la perfezione credo”. Finalmente torna a sorridere…ah ma quindi sei un grande esperto di tennis? “Ci capisco qualcosa, dai. Pure Djokovic è straordinario, è una macchina. Ma Federer…”.
Quindi tu a Como vorresti diventare un po’ come Federer? “Magari, magari!”. Ha cominciato bene Chinellato: segna, si diverte e…promette! (prendete carta e penna): “Se andiamo in Serie B pago una cena a base di sushi a tutta la squadra”. Ah, mica male! Fai sul serio? “Sì, sì. Anche perché io vado matto per il sushi”.
La ‘scommessa del sushi’ per tornare grandi, per tornare a vincere come ai tempi della Primavera del Genoa con El Shaarawy e Perin. Magari con un pizzico d’aiuto della Divina Provvidenza… (tanto siamo in zona).