Chievo, Bizzarri: “Dybala? Se mantiene questa tranquillità diventerà un numero uno”
Da una parte l’esperto portiere del Chievo Bizzarri, dall’altra il ragazzino terribile della Juventus, Dybala: chi avrà la meglio in questo speciale derby argentino? Bizzarri ha cominciato a informarsi su Dybala quando ha scoperto che sono entrambi di Cordoba: “Avevo capito che era pronto per il salto già nel Palermo – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – quando a 21 anni era un riferimento per la squadra. Ha carattere, lo capisci da come chiede la palla. Quando ho scoperto che eravamo della stessa zona ho iniziato a seguirlo con più attenzione. Ho parlato con lui, è un ragazzo semplice e determinato. Se mantiene questa normalità diventerà un numero uno. Dybala ha una velocità di movimento straordinaria: bisognerebbe riuscire a stare fermi un secondo in più quando decide di calciare”. Per Bizzarri un passato nel Real Madrid: “Non ero strutturato per quella realtà. Io a 17 anni giocavo nel Talleres a livello amatoriale. Di giorno studiavo e due volte a settimana mi allenavo di sera. Poi un amico di famiglia mi combinò un provino al Racing. Quattro anni dopo mi prese il Real, ma io ignoravo la grandezza del club. All’inizio ero titolare, feci diversi errori e Casillas, che all’epoca aveva 18 anni e faceva il terzo, mi prese il posto. Lui aveva la forza per reggere le pressioni, era cresciuto lì, aveva la famiglia vicino. Io ero da solo, non fui capace di assorbire la pressione. La mia esperienza sportiva è stata deludente, ho giocato poco, ma ho imparato tantissimo. Non ho rimpianti: il Real era troppo”.
Nel Chievo Verona una seconda giovinezza: “Venivo da un periodo terribile: alla Lazio, Reja mi degradò a terzo perché da secondo davo fastidio al titolare, sono stato fatto fuori per motivi politici e questo mi ha fatto male. Andare al Genoa è stato un errore: mi avevano detto che avrei giocato e invece avevano già deciso di puntare su Perin. Ho bussato a tante porte e la risposta era sempre la stessa: cerchiamo uno più famoso. Ero demoralizzato, per fortuna sono un testone e non mi sono arreso. Quando mi hanno chiamato dal Chievo ho chiesto solo la promessa di un’opportunità. Così è stato: la squadra era ultima, Maran quando è arrivato ha deciso di cambiare”. Per Bizzarri non è ancora il momento di appendere i guantoni al chiodo: “Come regolarità è stata la mia stagione migliore insieme a quella di Catania. E a 38 anni posso ancora migliorare. Vorrei giocare fino ai 40 e oltre, come Buffon: Gigi ha fatto la storia del calcio italiano. Ha una regolarità impressionante e una concentrazione incredibile: non sbaglia mai nei momenti decisivi. Perché portiere? Era il sogno di mio padre, che adesso non c’è più. Quando giocavamo in strada mi mettevo in mezzo, ma quando si faceva seriamente andavo in porta. Il mio idolo è sempre stato Fillol“.
Curiosità: “A Etruria vado ogni sei mesi. Lì ho un’azienda agricola, una fattoria che portano avanti mia madre e mio fratello. Produciamo mais, soia e grano. È la mia oasi di felicità. Etruria è un altro mondo: mio nipote a 5 anni va agli allenamenti da solo, in bici. I miei bisnonni erano tutti e due italiani, uno piemontese e l’altro ascolano. Per questo ho un nome italiano, ma non c’entra niente con il vostro cantante: anzi, non so cantare”.