Chievo, Bastien: “Qualche volta mi offendono per il colore della pelle: io rispondo con il sorriso”
Samuel Bastien, la sorpresa del Chievo Verona. Belga-congolese, a 20 anni Bastien ha già una discreta esperienza, con un passato che parla di Standard Liegi, Anderlecht e Avellino. Il suo sogno è il Real Madrid, ma da piccolo aveva la maglia di Totti. Il numero 28 dei gialloblù si è raccontato nel corso di un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport.
“Sono nato a Ottignies, in Belgio, ho origini congolesi, sono cresciuto a Gembloux e poi a Fernelmont dove vivono i miei genitori adottivi” – dichiara Bastien – “A 13 anni sono andato allo Standard Liegi, mi cercarono molto prima. A 16 il grande passo con l’Anderlecht dove ho debuttato nella Serie A belga col Mouscron. Perché Avellino? Mi ha visto il figlio del presidente Taccone. Io avevo chiesto all’Anderlecht di andare a giocare. Devo tanto al Belgio e ai due club dove ci sono dei grandi centri di formazione. E’ qui la chiave del boom del calcio da noi. C’è tutto, devi solo pensare a migliorare. Ora sono in Under 21. A studiare pensavo poco, odiavo la matematica e mi piacevano solo ginnastica e francese. Avellino è stata una tappa importante. Anche Verratti e Insigne sono partiti dalla B. Ho giocato tanto e dopo il gol al Brescia mi sono sbloccato. L’avvio era stato difficile, tanta tattica, non parlavo la lingua. Bravo l’allenatore Tesser, splendidi i compagni Soumaré e Mokulu“.
Mokulu? Un cugino a sorpresa: “Sì, ma l’ho saputo dopo. Ci ha pensato mia nonna con la quale ora mi sento tutti i giorni. Con un amico caro ho ritrovato prima il mio fratello di sangue, poi mia mamma e quindi la nonna. Che quando ha saputo che avevo giocato con Mokulu mi ha detto “guarda che è tuo cugino” “. Caso Muntari, anche Bastien racconta la sua esperienza: “Quando giocavo con l’Avellino un paio di volte mi hanno urlato negro di m… Ho sempre risposto col sorriso. Restano ignoranti. Ma io ho la testa giusta. E voglio arrivare”. Su Nainggolan, un possibile compagno in Nazionale e forse di club: “Non lo conosco ancora. E, al contrario di lui, non ho tatuaggi. Penso sia il più forte centrocampista del campionato italiano. Ha personalità sul campo, impatto fisico, tiro. L’ho visto dal vivo con la Nazionale quando ero con l’Under. Andrò a chiedergli la maglia. Poi la Roma ha un effetto speciale per me: da piccolo avevo le maglie di Totti. Tifavo per lui”.
Collezione di maglie? Solo connazionali: “Sì, del mio amico Lukaku, di Miangue. Le mando ai miei, comprese le mie. Con Gakpe invece ora ci gioco. Pensare che quando era allo Standard gli ho fatto da raccattapalle”. Qualche curiosità: “Faccio una vita tranquilla. Sto bene qui al Chievo, Maran mi insegna tanto, prima correvo e basta. La mia fidanzata Meggy è in Belgio e sono fedele. Adoro farmi le treccine, si chiamano locks, a casa le abbiamo tutti. Cucino cibo africano, mangio le cozze e le patatine, ma le assicuro che le nostre sono molto migliori. Miglior giocatore belga? Che domande… Hazard. Del Chievo Pellissier. Quando l’ho visto pensavo avesse 26 anni. Poi mi hanno detto che ne ha 38. Ha cattiveria e voglia. Mai visto uno così. Fuori e dentro il campo”.