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Chiellini: “Scudetto e Champions per la leggenda. Allegri top. Roma? Ecco com’è andata”

La Juventus è l’università del calcio italiano da anni. Cinque, precisamente, come gli Scudetti vinti che permettono ai bianconeri di guardare tutti dall’alto in basso. Lui, la sua laurea personale, se l’è già presa e ne va giustamente fiero, tra una presenza in Serie A, una in Champions League e una in Nazionale. Giorgio Chiellini, non proprio uno qualunque. Eh già, perché il difensore della Juve in questi anni è stato diviso tra calcio ed economia, la facoltà in cui si è laureato e che continua a frequentare per la specialistica: “Una sfida con me stesso”, l’ha definita in un’intervista al Corriere dello Sport il giocatore, che poi si è raccontato a tutto tondo: “Cosa farò dopo il ritiro? Intanto mi piacerebbe rimanere a vivere a Torino. Mi piacerebbe fare qualcosa per la Juventus, perché alla fine è stata ed è la mia vita, e
a questa squadra continuo a dare tutto me stesso”.

Chiellini, ovvero la lettera “C” dell’ormai celebre “BBC” juventina che ormai fa scuola. Il difensore ex Fiorentina la racconta così: “La BBC, o forse con Buffon BBBC, è sicuramente
un bellissimo gruppo di amici. Perché
con tutto il rispetto, non siamo stati o non
siamo forse i più bravi al mondo, però insieme
ognuno esalta il rendimento dell’altro: questo sì.
In fondo tutti
e quattro siamo persone che vivono per quello
che fanno e ci mettono l’anima“. Loro, come tutta la squadra di Allegri, sono lanciati verso un anno che potrebbe voler dire biglietto staccato per la leggenda. Il sesto Scudetto di fila è un obiettivo a cui Chiellini tiene molto: “Perché è qualcosa che nessuno ha
mai fatto, è qualcosa che davvero ci farebbe rimanere
nella leggenda dello sport italiano. Noi vogliamo arrivare fino in fondo,
vincere il sesto scudetto e anche in Champions.
Forse per arrivare fino in fondo in Champions e
vincere il sesto scudetto ci vuole qualche cosa
in più, ma con il lavoro e il gruppo unito com’è,
possiamo farcela e comunque ci proveremo fino
alla fine. Poi questi obiettivi ti possono sfuggire
per un niente come è successo a Berlino o li
si può raggiungere come speriamo possa succedere
a Cardiff“.

Possibili eredi? Chiellini fa i nomi: “Rugani, Romagnoli e Caldara.
Caldara è esploso quest’anno, Rugani e Romagnoli
già gli anni scorsi avevano fatto vedere le
loro qualità e gli italiani possono stare tranquilli
che se questi ragazzi continueranno a crescere
e avranno la forza di volontà di migliorarsi tutti
i giorni.
Allegri? E’ una
persona che vive la vita con il sorriso. Se c’è un problema, pensa già alla soluzione:
è fatto così. Questo dà sicurezza a un collettivo
ed è, ai miei occhi, un grande pregio”.

Poi, il retroscena sul suo mancato trasferimento alla Roma: “Ho fatto solo un torneo
di Viareggio con la Roma. Poi, nell’estate
del 2004, ero sempre per metà della Roma ma
si sapeva che i giallorossi avevano la campagna
acquisti bloccata per la questione Mexes. Il presidente del
Livorno comunque si accordò con Sensi dicendo
che io sarei andato lì e poi mi avrebbe
pagato a gennaio tramite altri giocatori. Io ero
contento perché, comunque, da Livorno alla
Roma era un bel salto. Avevo parlato già con
Baldini che era direttore sportivo, c’era Spalletti.
Ma la mattina della conferenza stampa mi
squilla il cellulare alle otto e mezzo del mattino,
io ero ragazzo e dormivo, e sento “ Buongiorno,
c’è il presidente Spinelli, glielo passo”.
Spinelli mi disse: “Vieni su a Milano che è successa
una cosa, però te stai tranquillo. Ci
sono le prime tre o quattro in Italia che ti vogliono,
però vieni su che ci potrebbero essere
delle novità. Allora io ho preso la macchina,
sono andato con la mia mamma a Milano
e quando sono arrivato all’hotel c’era Baldini
che stava ricoprendo di insulti il Livorno.
Poi mi hanno portato in una stanza, con una
doppia porta nel mezzo, hanno aperto e c’era
la Juve. Lì ho capito che sarebbe cambiato
il mio futuro”.