Chiellini: “Juventus-Inter? Per noi juventini non è mai una gara come le altre”
Chiellini e la Juventus, storia di un grande amore. Il difensore toscano si è raccontato nel corso di una lunga intervista concessa a La Stampa. Si parte dall’attualità, Juventus-Inter, il derby d’Italia:
“Forse i primi anni dopo Calciopoli era più sentita, ma per chi li ha vissuti non può essere una gara come le altre. E anche se ora, di superstiti, siamo rimasti io e Gigi, resta una sfida diversa: per me e per tutti gli juventini. L’Inter si sta riaffacciando e non può nascondersi: ha una rosa che deve ambire al titolo. Lo sta dimostrando negli ultimi mesi, con Pioli. Andare all’Inter? È una cosa di cui non si può neppure parlare”. Per Chiellini il lavoro contro l’Inter non è mai mancato: “Milito era eccezionale. Forse Ibra determina più gli equilibri, ma come movimenti in area Milito era il numero uno: sterzate con entrambi i piedi, facevi fatica a prevedere dove potesse andare.Icardi? Attaccante di grandissimo spessore, ha il gol nel sangue: li ha sempre fatti e sempre li farà, a noi anche un po’ troppi. In area ha poco da migliorare, ma in altre cose l’ha fatto: con il Chievo l’ho visto rincorrere per 30 metri e recuperare la palla da cui è nato il gol: segnali importanti”.
Higuain? Sorprendente: “Mi ha sorpreso, come uomo dico: gli attaccanti te li aspetti sempre un po’ egoisti, invece ho trovato una persona generosa. E come giocatore è ancora più forte di come l’immaginavo: un animale da partita, con qualità mostruose. Se uno avesse la “Higuaincam” vedrebbe che nel 90% delle situazioni offensive è solo in area, e non perché i difensori s’addormentino. Prima che arrivi la palla, fa due o tre movimenti e contro movimenti: fateci caso. Gonzalo è esplosivo, nelle gambe ha una forza pazzesca: se vede un’occasione, sui 10-15 metri non gli stai dietro. Impressionante, Qui ha un atteggiamento perfetto. Ha trovato un ambiente in cui s’è sentito subito apprezzato e dove ha anche meno responsabilità: c’è una squadra abituata a stare a certi livelli e nei momenti difficili ci dividiamo i compiti”.
Il “fighter” Mandzukic: “Un trascinatore, che può fare il centrocampista e il difensore. Ha bisogno di essere al centro di un progetto e il mister è stato bravo a trovare le giuste corde. Ha un carattere particolare, ma ci scherziamo su per il suo “no good”, non va bene. E’ impegnativo marcarlo, non solo negli impatti: è un corridore, che ti sfianca. Difatti i terzini avversari finiscono stremati”. L’ultimo del trio, Dybala: “Del sinistro inutile parlare, sta migliorando il destro. È un finto piccolo, perché ha una forza tremenda nei primi passi: controllo, impatto, gol. Ha qualità, estro e fantasia. Pjaca? Arrivato, ha lasciato tutti a bocca aperta. Ha il fisico di un rugbista e l’allungo di un Cristiano Ronaldo. Appena migliorerà in finalizzazione, sarà un crack mondiale”.
Parole al miele per Allegri: “4-2-3-1? Serviva una sterzata, una scossa, qualcosa. Il mister l’ha intuito: è uno dei suoi pregi. Legge situazioni che altri non vedono, in modi che, in quel momento, ti sembrano non dico folli, ma estrosi. Presente l’anno scorso nel derby che stavamo pareggiando? Fuori Dybala, dentro Alex Sandro. Lo fece anche con il Napoli e il pubblico pensò: adesso la vinciamo. Ha percezioni, non solo tecniche o tattiche, che ad altri sfuggono. Il 4-2-3-1? Si può fare anche contro l’Inter e anche con Real e Barcellona. Ma devi stare bene fisicamente, perché bisogna sacrificarsi”. Obiettivo Champions? “Dipende da come staremo tra due settimane, ad aprile e a maggio. Un anno fa il Barcellona prese l’Atletico in un mese in cui perse 6 partite: da lì in poi vinse sempre, facendo cinque-sei gol a gara”.
Chiellini idolo della curva bianconera: “Quando il tifoso in generale, e lo juventino in particolare, vede uno che dà tutto se stesso, si immedesima più facilmente. E poi, ormai vivo la Juve come una famiglia. A volte sono un giocatore fastidioso e me ne rendo conto: anche se ora Leo (Bonucci) mi sta superando, così lasciano più tranquillo me”.