L’assurda parabola di Cherno Samba: da idolo di Football Manager al ritiro
La storia di un ex fenomeno del calcio giovanile inglese ha dell’incredibile: una sliding door avrebbe potuto cambiargli la vita
La vita, alle volte, non va come preventivato. Spesso e volentieri, nonostante i piani, il fato decide per un futuro diverso rispetto a quanto pronosticato. Immaginate, ad esempio, di aver segnato qualcosa come 132 gol in appena 32 partite a soli 13 anni. Per farvi un’idea, un certo Michael Owen si era fermato a quota 97. Un posto in squadra al Milwall, un destino da affrontare con un sorriso splendente ed un orizzonte soleggiato davanti.
Peccato però che, per Cherno Samba, la beffa fosse dietro l’angolo. Era ancora poco più che un ragazzino quando il Liverpool del suo idolo Owen, viste le incredibili statistiche, provò ad acquistarlo. Quell’amore dichiarato nei confronti dei Reds, d’altronde, non poteva passare inosservato agli occhi della dirigenza d’oltremanica: “Owen mi disse che il Liverpool era il miglior club in cui potessi andare – recita l’autobiografia dell’ormai ex centravanti, come riportato dal Mirror –. Fu adorabile, mi presentò a tutti i giocatori in quel di Melwood. Mi garantì che lì si sarebbero presi cura di me, presentandomi anche Robbie Fowler“. L’inizio di un sogno per quello che era, all’epoca, poco più che un ragazzino. Un sogno trasformatosi in incubo, dato che il Milwall non trovò l’accordo con la società del Merseyside, che pure arrivò ad offrire la folle cifra di 2 milioni di sterline.
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Di lì a poco, a dispetto del contratto firmato proprio con i londinesi – in “riparazione” al mancato trasferimento -, cominciò la parabola discendente di un Samba mai esploso sul serio, e che chiuderà la sua carriera alla soglia dei trent’anni a causa di alcuni infortuni. Le statistiche tra i professionisti saranno impietose, così come i club di militanza: l’attaccante di origine gambiana, infatti, viaggerà tra le serie minori inglesi, spagnole e norvegesi.
Samba, adesso, ha conseguito il patentino UEFA A e sogna di fare l’allenatore. Il cruccio di non aver lasciato il segno sul campo, però, se lo porterà dietro per tutta la vita. Una sliding door che avrebbe potuto condurlo verso una storia sportiva diversa: chissà, infatti, cosa sarebbe diventato l’oggi trentatreenne qualora avesse coronato il suo sogno. Resta negli annali, comunque, per un altro primato oltre a quello dei gol messi a segno da ragazzino: al calar degli anni 90 e agli inizi del 2000, infatti, Samba era uno dei calciatori più promettenti – o buggati, come si dice oggi – delle varie edizioni di Football Manager. Una magra consolazione, certo, ma che non fa altro che alimentare i rimpianti su cosa sarebbe potuto accadere se il destino avesse optato per una scelta diversa.