Checchin, il nuovo obiettivo della Juventus per un futuro tutto ‘Made in Italy’
La Juventus vince, convince e guarda al futuro. La strategia è tracciata: talentuosi ed italiani. Il “Made in Italy” in quel di Torino, in fondo, è sempre stato di moda. Occhio di riguardo quindi per i giovani talenti del Bel paese: prima Mandragora, poi Sensi ed ora… Checchin!
Almeno, per i primi due un posticino a Vinovo in un futuro prossimo è già assicurato; per l’ultimo, invece, bisognerà prima fare i conti con l’Hellas Verona, che di lasciare partire i propri gioielli proprio non ne vuole sapere. Certamente Luca Checchin tra i tre citati è il meno conosciuto, ma ancora non per molto. Giovane classe ’97, originario di Valenza. Centrocampista centrale con ottima visione di gioco e piedi raffinati: la velocità di pensiero ed il dettare i tempi di manovra sono il suo forte. Ambidestro, gran tiro dalla distanza. Finora quattro presenze in prima squadra, tutte in questa stagione: in Serie A l’esordio ad ottobre contro la Fiorentina e titolare invece contro il Napoli; mentre, in Tim Cup, è sceso in campo contro Pavia e Napoli, sempre negli undici iniziali. Ancora nessun gol, ma quella traversa colpita dai venticinque metri proprio contro la squadra di Sarri in Coppa grida ancora vendetta.
Il calcio è ed è sempre stato la sua vita. In casa il tempo lo passava costantemente con palline e palloni tra i piedi: i quadri rotti sono stati il giusto prezzo da pagare per affinare quella tecnica sopraffina. Tutto in realtà è iniziato all’età di cinque anni, quando i genitori hanno deciso di fargli intraprendere uno sport perché proprio non riuscivano a tenerlo a bada. Iperattivo, con l’argento vivo addosso: vivace, effervescente, esuberante. Fu proprio il papà Mauro a portarlo alla Valenzana per fargli muovere i primi passi sul terreno di gioco, ma non venne tesserato perché “troppo piccolo”. Fu solamente questione di tempo. La Fulvius, altra squadra di Valenza, lo accolse a braccia aperte, prima che proprio la Valenzana tornasse sui suoi passi, portandolo tra le sue fila qualche anno dopo. Con gli ‘orafi’ fece i Pulcini, gli Esoridenti ed i Giovanissimi, prima di passare all’Alessandria. Due anni di Allievi bastarono per convincere diverse società a monitorarlo e a puntare forte su di lui: tra Spezia, Carpi e Verona alla fine furono proprio i gialloblu a spuntarla. L’ambientamento tuttavia fu tutt’altro che semplice. Luca, da bambino iperattivo, crescendo si è trasformato in un ragazzo mite e pacato, a tratti introverso. La prima esperienza fuori casa gli creó inizialmente non pochi problemi, che vennero poi alleviati dalle soddisfazioni calcistiche.
“Preparati perché all’inizio farai fatica a giocare e a trovare spazio, ma devi avere pazienza”, gli dicevano gli addetti ai lavori. Detto fatto, subito smentiti. L’allenatore dell’Hellas Primavera, Pavanel, non ci ha pensato due volte prima di consegnarli le chiavi del centrocampo. Lui, dal canto suo, è stato bravo a farsi trovare pronto. Prestazioni sempre più positive, tanto da convincere Mandorlini e poi Delneri a portarlo sempre più spesso “tra i grandi”, fino a diventare una presenza fissa tra i convocati. Pisano il compagno con cui ha legato di più, ma a fargli da chioccia per il ruolo in comune sono Greco ed Halfredsson, sempre pronti a dare i giusti consigli per aiutarne la crescita.
Ed ora l’interessamento della Juve: un sogno che si avvera per chi l’ha sempre tifata fin da bambino. Checchin infatti è bianconero fin dalla nascita e non è nuovo a presenziare allo Juventus Stadium (come spettatore, per ora): sempre insieme al papà Mauro, in questi ultimi anni, ha visto diverse partite, tra cui i match di Champions contro Real Madrid e Chelsea. Inoltre, l’idolo indiscusso si chiama Pogba: chissà che un domani i due possano condividere lo stesso spogliatoio. Certo, per Luca sarebbe il coronamento di un sogno che pian piano sta prendendo luogo. Un pizzicotto non servirà a svegliarlo: nel futuro prossimo di Checchin, Verona permettendo, ci potrebbe essere la ‘Vecchia Signora’. Per una Juve sempre più orientata al “Made in Italy”
A cura di Alberto Trovamala