La corsa dolce di Kargbo continua a Cesena
Dai piedi nudi per le strade martoriate dalla guerra civile in Sierra Leone alla standing ovation al Manuzzi contro il Catanzaro
Sorride e corre. Non riesce a smettere. Espressione di serenità, di soddisfazione, di riconoscenza: libertà. Un trascorso privo di opportunità cancellato da un presente costruito, voluto e ottenuto. Nel ritorno al gol in Serie B di Augustus Kargbo con la maglia del Cesena c’è tutto questo. Rete e assist preciso per Adamo contro il Catanzaro; lui che la Calabria “è la mia seconda casa”. La sofferenza della guerra, la fame, la povertà. 50.000 morti innocenti in un paese, oggi di 8 milioni di abitanti, ieri chissà. Ad illuminare il buio sfondo dell’infanzia la limpidezza dei sogni. La colonna sonora del viaggio le risate dei bambini per le strade; un pallone, i piedi nudi, l’affetto, riso e fagioli e quell’intramontabile senso di appartenenza.
Il Manuzzi corre con Kargbo
Corre, corre velocissimo. Braccia larghe, occhi che brillano. La necessità di abbracci. L’armonia del suo nome che risuona nelle voci dei tifosi all’Orogel Stadium. Ha segnato Augustu Kagbo! E via di corsa verso la Curva Mare. Uno sguardo al cielo, un braccio verso l’alto, l’altro a dedicare la meritata riconoscenza al “genio” calcistico di Berti che gli fornisce la palla più dolce. In ginocchio sul morbido e confortante prato dell’Orogel Stadium, mente e cuore che, in un millesimo di secondo, attraversa 6.700 km. Gira il mappamondo gira. Si consumano le pagine degli atlanti, ma la Sierra Leone è ancora un mistero per molti. Grassfield, paesino nei pressi della capitale Freetown. Lì dove Augustus nasce nel 1999, in piena guerra civile. Il capitano dell’esercito locale V. E. M. Strasser, salito al potere con un colpo di Stato nel 1991, promette il ritorno della democrazia. Parole portate via dal vento; come le vite di oltre 50.000 sierraleonesi. Le atrocità continueranno fino al 2002 culminando nelle guerriglie contro il Fronte Rivoluzionario Unito (R.U.F). Saccheggi delle miniere di diamanti – unica fonte di “ricchezza” del Paese – e rappresaglie cruente di ogni genere.
La libertà di Augustus sulle orme di Kallon passando per Crotone
Freetown: la città della libertà. Libertà di vivere, di esprimersi, di amare e realizzarsi. Un sorriso in faccia alla realtà e lo spettro della rassegnazione svanisce. Al resto penserà il destino: l’editto di Augustus…Kargbo. Inciso a piedi nudi sulla polvere rosso sangue delle strade sterrate di Freetown inseguendo un pallone di pezza. Distese di terra arida sulle quali seguire i solchi lasciati dalle orme di Mohammed Kallon. Partito proprio dalla capitale della Sierra Leone anche l’ex Inter e Monaco è “è il simbolo di tutti i bambini” come Augu.
I fratellini da una parte, gli amici dall’altra. La tavola imbandita per tutti dopo le partite da mamma Fatmata. Mamma che si spinge fino ai vani tentativi di fermare quel pallone calciato senza scarpe. Augustus deve studiare. La cultura combatte l’ignoranza della guerra e delle dittature. Il ragazzo ci prova. L’amore per la madre è qualcosa di troppo intenso per deluderla. Eppure: tra scuola e corse dietro al pallone Augustus non ha mai dubbi.
Incontri
Nessuna esitazione nemmeno per Numukeh Tunkara, lo stratega del calcio africano. Talent scout, scopre giocatori come François Kamano, ex Bordeaux e Amadou Diawara. “L’uomo che mi ha salvato la vita” – lo definisce Augustus. Kargbo ha 13 anni quando l’agente convince i genitori a iscriverlo nella sua Accademia in Guinea. Un’infanzia difficile e un saluto forzato alla famiglia è il bagaglio col quale, a 16 anni, Augustus attraversa – questa volta per davvero – l’Africa e il Mediterraneo per arrivare in Italia. Bologna, Entella, Pescara: provini su provini, ma nulla. È troppo giovane: per un contratto serve la maggiore età. Aspetterà il suo turno avvolto dal calore di una casa famiglia a Crotone. Verrà adottato. Nuovi genitori, nuovi fratelli, stesso amore di Fatmata. La prima squadra sarà il Campobasso in Serie D. Ma sarà il Crotone a puntare sul ragazzo. Un anno ancora di attesa nei campi di Roccella Ionica fra i dilettanti fino all’esordio tra i professionisti in Serie B con la maglia rossoblù.
La Romagna sorride con l'”Imperatore” Augustus
I primi successi (anche una promozione in B con la Reggiana) coincidono con i primi guadagni. La ricompensa per gli sforzi di chi li rende realtà: mamma Fatmata, Idrissa e Michael. Una casa nuova per tutti a Freetown per iniziare un nuovo viaggio: “Voglio essere ricordato prima come uomo che ama il suo Paese” – confessa in una intervista alla FIFA. Come Sadio Manè che dopo oltre 125 gol con la maglia del Liverpool diventa simbolo della Sierra Leone. Scuole, ospedali, cure e infrastrutture donate alla sua gente. Idolo di Augustus quando indossa la maglia della nazionale, esempio di umanità nella vita di tutti i giorni. Quella Nazionale che Augustus sogna di portare alla prima storica qualificazione ai Mondiali 2026. In palio l’essere sé stesso e una cena a base di riso e fagioli cucinata da mamma Fatmata. Per tutti. Prima però c’è il sogno Serie A con il Cesena. E, in fondo, anche riso e fagioli con il Sangiovese non si sposano poi così male. “Col sorriso ogni mattina!”: L’imperatore Augustus… Kargbo.