Catellani, il ritiro forzato del calciatore/pescatore. Ma quanti casi nel passato: da Natalino a Muamba e non solo
Il lato del calcio di cui non si vorrebbe mai né parlare né scrivere: quando al pallone si frappone il cuore. Ma non nel senso di fede calcistica, anzi: quella è inossidabile. Stiamo parlando invece dei problemi di salute, in particolar modo cardiaci, che si intromettono tra sogni e pallone. Addii forzati, che fanno male. Malissimo. Perché spesso è così: una questione di vita o di morte. Quando, come si suol dire – e come ci hanno insegnato fin da piccoli -, la salute viene prima di tutto. Anche del nostro amato calcio.
Un argomento, quello relativo ai problemi cardiaci per i calciatori, tornato prepotentemente alla ribalta oggi a causa dell’ultimo episodio in ordine cronologico: il ritiro forzato di Andrea Catellani dell’Entella. L’attaccante con la passione per la pesca “La mia specialità è la pesca in acqua dolce ma avendo vissuto in città come Catania, Spezia ed ora Chiavari sono dovuto migliorare anche nella pesca in mare”, per la musica di Gabbani e per i gol di Baggio. “Non l’ho mai conosciuto di persona ma il mio grande sogno è aver la possibilità di farlo, anche se sono felice solamente di apprezzare la sua leggenda grazie ai racconti di chi ha avuto l’onore di conoscerlo”, è intervenuto stamattina in conferenza stampa presso la sede di Wylab a Chiavari per chiarire i motivi di questa decisione che ha colto tutti i tifosi biancocelesti davvero impreparati: un blocco atrio ventricolare parossistico da sforzo. Un problema riscontrato nell’ultima visita per l’idoneità sportiva: obbligatorio lo stop immediato. A soli 29 anni Catellani si lascia così alle spalle una carriera ricca di gol (72) e innumerevoli assist tra Reggiana, Modena, Sassuolo, Catania, Spezia, Carpi e appunto Entella, con l’apice raggiunto in Sicilia con quell’unica rete siglata in Serie A contro il Parma nella stagione 2011/2012. Senza dimenticare il titolo di capocannoniere della B a quota 19 nel 2014/15 a La Spezia. Ora per lui inizierà una nuova vita da scout e consulente per l’Entella. Il dispiacere c’è, eccome. Sarebbe impossibile affermare il contrario. Ma altrettanta è la voglia di rimettersi in gioco in questo nuovo ruolo: “Posso costruire un nuovo capitolo della mia vita che sarà altrettanto entusiasmante e soddisfacente”. E chissà che il posto lasciato libero da Catellani all’Entella possa essere presto occupato proprio da Cassano, un altro che in passato, nel 2011 ai tempi del Milan, ha dovuto far fronte a problemi al cuore ottenendo fortunatamente – al contrario di Catellani – l’idoneità sportiva appena 5 mesi dopo l’intervento subito. Vedremo cosa regalerà il calciomercato: di certo con Cassano è lecito aspettarsi qualche colpo di scena.
Catellani e non solo: quanti precedenti
Sono stati diversi, oltre a Cassano, i giocatori capaci di tornare prontamente in campo dopo aver superato problemi cardiaci. Anche di recente. In numero minore invece sono coloro che hanno dovuto appendere gli scarpini al chiodo in modo definitivo. Eccone alcuni: nel 2007 Ivone De Franceschi del Padova annunciò il ritiro per seri problemi cardiaci. Successivamente ha intrapreso una carriera dirigenziale nel Padova, Venezia e nell’Inter.
Nel 2009 Ruben de la Red, centrocampista del Real, riscontrò alcuni disturbi cardiaci che lo costrinsero a dire addio al calcio un anno dopo, nel 2010. Decise così di cimentarsi nella carriera da allenatore: attualmente siede sulla panchina del Getafe B.
Due anni dopo fu il turno di Fabrice Muamba, colpito da un arresto cardiaco durante Bolton-Tottenham. “È un miracolo che sia ancora salvo. Per 78 minuti ero praticamente morto e, anche se fossi riuscito a sopravvivere, si pensava che avrei sicuramente subito danni cerebrali”, dichiarò il giocatore stesso affermando di essere davvero stato miracolato. Ciò che gli permise di aver salva la vita ha dell’incredibile: sugli spalti, da spettatore, era presente il dottor Andrew Deaner, cardiologo tifoso del Tottenham, a cui Muamba stesso nei giorni successivi ha affermato di dover la vita, nel vero senso della parola. Se ne parlò per giorni e nei suoi confronti arrivarono messaggi da tutto il mondo del calcio e non solo. Fortunatamente il giocatore ebbe salva la vita ma dovette dire addio al calcio. Dal 2013 ha deciso di cimentarsi nel giornalismo sportivo.
Poi, nel 2013 il destino si accanì contro Leonardo Pettinari dell’Atalanta che, a soli 27 anni, per una malformazione al cuore appese gli scarpini al chiodo. Anche lui, come per gli altri già citati, il calcio fa ancora parte della vita quotidiana: ora allena le giovanili della Fiorentina.
Infine, sempre nel 2013, anno maledetto, si ritirò Felice Natalino, giovane promessa dell’Inter. Gli venne riscontrata una forte aritmia cardiaca tale da costringerlo ad annunciare il ritiro tramite il proprio profilo Twitter. Dal 2015 fa parte dello staff dell’Inter in qualità di osservatore.
Altri ancora invece i casi di giocatori in attesa di riottenere l’idoneità. Uno su tutti: Assane Gnokouri. In molti si chiedono che fine abbia fatto. A gennaio 2017, dopo essere passato dai nerazzurri all’Udinese, è stato costretto a fermarsi a causa sempre di problemi al cuore. Inizialmente si parlò di 3 mesi di stop ma ancora non si conoscono bene i tempi di recupero, sperando che il suo caso sia differente da quelli sopra citati e che possa tornare in campo prima o poi.
Perchè questo è il lato del calcio di cui non si vorrebbe mai parlare né scrivere. Ma la salute viene prima di tutto. Tutto. Anche e soprattutto del calcio.