Casemiro, l’ossessione di Simeone: dall’infanzia difficile alla finale di Champions
“Voglio giocare nella Seleção e in Europa, e diventare un idolo”.
Anche quando giocava nell’under 20 brasiliana, e viveva all’ombra di Neymar e Lucas, Casemiro non deve però aver immaginato che quel momento sarebbe arrivato così presto. Lui che da bambino, la sera, doveva lasciare casa sua perché non c’era abbastanza spazio perché ci potessero dormire tutti i suoi fratelli, tutti più piccoli, e sua madre, e andava dalla nonna o dalla zia. Lui che a tre anni si è trovato senza padre, fuggito via, e visto che la mamma lavorava doveva accudire i fratelli da capofamiglia sin da bambino. Lui che quando passava il venditore ambulante di bevande energetiche veniva portato via dalla strada dalla mamma affinché non gli venisse voglia di comprarne una, perché non bastavano i soldi. Lui che però ha sempre creduto in sé, sin da quando, a 16 anni, sicuro di diventare un calciatore professionista, disse alla madre che poteva smettere di lavorare.
“La presenza di Casemiro permette al Real di riposizionarsi meglio quando perde palla. Casemiro rende la squadra molto più pericolosa nelle ripartenze. Casemiro ha cambiato il Real Madrid, è stata la miglior scelta che ha preso Zidane da allenatore. Per l’equilibrio del Real il giocatore più importante in assoluto è Casemiro”.
Potrà anche perderla questa finale, ma essere diventato l’ossessione di Simeone, che lo ha nominato così tante volte nella conferenza stampa prepartita, sa già di obiettivo raggiunto…
Rosario Triolo
@triolor
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