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Casadei: “Non sento la pressione, non ho ancora fatto niente”

Cesare Casadei si racconta a 360°: le sue parole

Cesare Casadei ha parlato ai canali ufficiali dela Figc del suo momento in Nazionale: “Segnare con la Nazionale è meraviglioso, farlo a casa lo è ancora di più. Forse al ‘Manuzzi’ avevo giocato qualche partita da piccolino con le giovanili del Cesena, ma di questo livello mai”.

 

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Credits: Martina Cutrona

 

“Vivendo in Inghilterra, ho poco tempo per tornare. Ma mi basta essere in ritiro con la Nazionale, vicino Milano Marittima dove sono nato, per sentire l’odore di casa – ha continuato il giovane calciatore -. Riesco a scendere ogni tanto, ma è più facile che vengano i miei genitori a Londra: spesso anche con i cappelletti o un pacco di piadine in valigia… Posso sembrare noioso, ma in realtà sono sempre concentrato e non mi rendo conto di come le cose stiano cambiando: la mia vita è rimasta la stessa, sono ancora all’inizio della mia carriera e ho tante cose davanti a me”.

 

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Credits: Martina Cutrona

Tra Chelsea e Nazionale: il futuro di Casadei

Giovane e con la testa sulle spalle. Nonostante sia da solo in Inghilterra a giocare per il Chelsea, Casadei ha obiettivi chiari da raggiungere: Questa pressione non la sento, cerco sempre di fare del mio meglio con la consapevolezza di non aver fatto ancora niente. Anzi, cerco sempre di migliorarmi. A Londra vedo i film e la tv solo in inglese, perché devo perfezionare la lingua. Sono arrivato in Inghilterra con inevitabili difficoltà e devo ringraziare Jorginho, Aubameyang e Thiago Silva per avermi aiutato, ora dopo un anno e mezzo va meglio ma devo pensare e parlare in inglese, anche perché l’italiano penso di saperlo abbastanza bene…”.

 

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Credits: Martina Cutrona

In conclusione, il centrocampista ha parlato del rapporto con la Nazionale maggiore con il Ct Spalletti che osserva i loro miglioramenti nelle selezioni giovanili: “Questa è una cosa è estremamente motivante per tutti noi. Sapere che il mister della Nazionale ci segue è stimolante, perché quella maglia è il sogno di tutti. Un sogno, ma anche una responsabilità: perché tutti quei bambini che ieri ci hanno acclamati ci vedono come degli esempi. E noi dobbiamo esserlo sempre”.