Carrarese, una favola davvero extra-ordinaria! “Noi, prima di tutto un gruppo di amici. E si fa tutto insieme, dalla mattina alla sera!”
Un’analisi – qualsiasi essa sia – per esser finemente obiettiva e (soprattutto) oggettiva deve (o meglio dovrebbe) esser scevra da preconcetti, cliché e luoghi comuni. Deve basarsi sulla realtà fattuale, su ciò che realmente avviene nel contesto quotidiano e contingente. La retorica è un’arte – una virtù, se vogliamo – assai importante, senz’altro affascinante e performante. Ma non può esser la retorica a scandir il modus operandi di ognuno di noi. Il centro gravitazionale sul quale costruire ed enucleare in via di giudizio un qualcosa, sono sempre e comunque i fatti e le azioni.
La premessa si rende doverosa per il discorso che andremo ad affrontare per un motivo ben preciso. Vivendo una realtà sociale massimamente orientata a conformismo e omologazione, pur di apparire e di sembrar diversi, la triste tendenza che va diffondendosi e (purtroppo) affermandosi in ogni ambito, compreso quello calcistico, è per l’appunto quella di paventare un’originalità, una peculiarità, un qualcosa di ‘proprio’ che invece altro non è che mera esposizione retorica, tanto per farsi belli agli occhi dei vari interlocutori.
Ora, finalmente, possiamo entrare nei meandri del nostro discorso. Parliamo della Carrarese (Lega Pro, girone A). Ma non nell’ottica di un’analisi diacronica dell’ottimo avvio di campionato che pure meriterebbe un encomio assai più ampio di quello che segue. Ne parliamo, piuttosto, con una finalità ben precisa ossia quella di raccontare una dimensione di calcio davvero extra-ordinaria, davvero peculiare. Non a parole, non a chiacchiere. Originale nella sua essenza più intima. Un allenatore, Silvio Baldini, che riparte dalla Lega Pro, da ‘casa sua’ per mera passione, senza percepire un euro di stipendio mensile. Un gruppo di lavoro formato da persone che si conoscono da una vita, che hanno accettato per amicizia prima di tutto, di intraprendere – insieme – questa nuova sfida. Amicizia, passione, lavoro. Valori che rendono la Carrarese una favola sui generis.
Il dato fattuale è sic et simpliciter uno ed uno soltanto. Abbiamo intervistato il direttore sportivo Michele Ciccone e il direttore generale Gianluca Berti. Ma non insieme. Prima l’uno e poi l’altro, in due contesti separati. Il risultato? Un’assoluta identità di contenuti e di valori assiologici, espressi in totale simmetria. D’altronde, come esplicava qualcuno ben più illustre del sottoscritto, l’amicizia altro non è che due (tre, nel caso specifico) corpi e una sola anima. Lasciamo il meritato spazio ai nostri protagonisti:
CICCONE – “La mia scelta di venire qui nasce dalla grande amicizia che mi lega sia a Gianluca che a Silvio. Io e Baldini ci conosciamo da più di vent’anni. Il nostro rapporto lavorativo, per citare un fatto specifico, nacque circa diciassette anni fa quando lui allenava l’Empoli ed io facevo l’osservatore. Un giorno gli proposi Antonio Schetter, ne rimase soddisfatto e da lì siamo rimasti sempre in contatto. Quando Silvio ha scelto di ripartire dalla Carrarese, la prima cosa che ha deciso è stata quella di circondarsi di un gruppo di persone che gli vogliono bene, con le quali vivere in primo luogo un sano e autentico rapporto di amicizia. Io, lui e Gianluca stiamo sempre insieme: facciamo colazione insieme, pranziamo insieme, ceniamo insieme. Noi e la squadra. Tranne il lunedì si sta sempre tutti insieme, dalla mattina quando ci si alza alla sera quando si va a dormire. E debbo dire che i risultati si vedono: il gruppo è forte, coeso e con grandi valori umani. I ragazzi, poi, hanno la fortuna di avere un allenatore che con questa categoria non centra nulla. Silvio è un uomo vero, è un maestro di calcio. Noi giochiamo tutte le domeniche per vincere, non ci accontentiamo mai e non vogliamo accontentarci. Si lotta insieme, si vince insieme. Questo è lo spirito di Baldini, questo è lo spirito nostro, questo è lo spirito della società, formata da persone eccezionali che davvero non ci fanno mancare nulla”.
BERTI – “E’ la mia prima esperienza da dirigente e devo ammettere che in giacca e cravatta mi trovo molto bene. Vuoi per il gruppo di lavoro che si è formato, vuoi perché mi piace davvero questo nuovo ruolo. Sono venuto qui, in primo luogo, per il grande rapporto che mi lega a Silvio Baldini: rapporto lavorativo e soprattutto umano. Sono stato per sei anni un suo giocatore e quando mi ha chiamato non ho potuto che accettare. E’ un uomo vero, sincero, come lui ce ne sono pochissimi nel mondo del calcio. Ha il suo credo, il suo ideale e lotta ogni giorno per coronare il suo sogno che sarebbe allenare la Carrarese in Serie A. Quando è venuto a Carrara, ha scelto di contornarsi di persone che gli vogliono bene, che sono legate da un rapporto di amicizia e infatti viviamo in simbiosi. Dalla mattina alle 8.30 alla sera tardi, si fa tutto insieme. Si deve essere squadra prima di tutto nella vita. Noi siamo in Serie C, è vero, ma ragioniamo come una società di Serie A. Lavoriamo su ogni dettaglio, anche quello che all’apparenza potrebbe apparire insignificante. Un esempio? Alla domenica si gioca in notturna? Benissimo, allora in settimana ci si allena alle 20.30. Ma questa è la mentalità di Silvio, maniacale in tutto. Ricordo un aneddoto di quando mi allenava ad Empoli. Era dicembre, un freddo incredibile, temperatura glaciale, -4 gradi. Nel fine settimana saremmo dovuti andare a giocare a Milano una partita difficilissima. Allora ci presentammo al campo, ma prima di cominciare l’allenamento, Silvio ci radunò a centrocampo…’Una vittoria non piove dal cielo. Una vittoria passa prima di tutto dalla mentalità con la quale noi ci proponiamo verso essa. Per vincere bisogna volerlo a tutti i costi. Io voglio vincere…allora adesso io mi levo la maglia e rimango a petto nudo. Voi penserete che io sia un pazzo, no? Benissimo, allora la maglia ce la togliamo tutti…io e voi!’. Beh, per dieci minuti ci allenammo tutti senza maglietta in quel freddo polare…ma alla domenica si vinse, eh! Questo per farvi capire la mentalità di Silvio, che poi è la mentalità di tutti noi. Siamo un gruppo straordinario e andremo a lottare su ogni campo”.
Oltre che nella perfetta geometria contenutistica, però, c’è un altro valore – altrettanto importante – che ben si può evincere dalla favola Carrarese. E’ in quella sana libidine che comporta il credere e lottare per i propri sogni. Propri, ecco. Di ognuno di noi. Peculiari, singolari, originali. Ma originali davvero! Dato nient’affatto scontato, nel triste mondo delle etero-imposizioni…