Capello gioca la finale di Champions: “Salah ha trovato l’allenatore giusto, CR7 il migliore. Klopp uno dei Beatles, Zidane bravissimo”
Manca un giorno alla finale di Champions League in programma a Kiev, poco più di ventiquattr’ore e Real Madrid e Liverpool si giocheranno il trofeo più importante della loro stagione. Sulle pagine della Gazzetta dello Sport la partita più attesa dell’anno viene giocata in anticipo dall’ex allenatore dei Blancos Fabio Capello, che vede così la gara tra la squadra di Zidane e quella di Klopp. Queste le sue dichiarazioni.
“Sarà una sfida davvero molto interessante – racconta Capello – da una parte il calcio del Liverpool, che ha come ingrediente principale la velocità in contropiede. Dall’altra, l’immensa qualità del Real Madrid, in cui campioni e personalità sono gli elementi fondamentali, ma a livello tecnico la sorgente dei gioco è nelle corsie laterali. La risorsa principale del Real è il movimento degli esterni con i cambi di campo e i cross al centro, dove trovano eccellenti colpitori di testa.Vedremo come Zidane schiererà il fronte d’attacco: Il trio avanzato Ronaldo-Benzema-Bale, oppure l’inserimento di un centrocampista come Isco? Dal punto di vista dell’equilibrio complessivo non è differenza da poco”.
E poi: “Zidane sta lavorando in modo straordinario. Avuto in Ancelotti un ottimo maestro nella gestione del gruppo, ma quando gli hanno affidato il Real ha mostrato le sue qualità. Due su tutte: il carisma e la capacità di adattare il suo calcio alle caratteristiche dei giocatori”. Passando poi a parlare delle stelle annunciate, Capello aggiunge: “Salah? Non mi aspettavo un giocatore a questi livelli sinceramente ma penso che abbia trovato l’allenatore giusto per esaltare le sue caratteristiche. Klopp gli ha cambiato la posizione spostandolo dall’esterno al centro, liberando il suo talento. Ora Salah fa la seconda punta, partecipa di più al gioco e ha più occasioni per segnare”.
“Cristiano Ronaldo è il miglior centravanti del mondo, in area nessuno è come lui: rapidità, velocità, potenza ed è fortissimo di testa. Non poteva più giocare sulle corsie esterne coprendo diversi metri di campo. La sua trasformazione è un segno di intelligenza, così come la maniacale cura della preparazione fisica. Cristiano non ha la tecnica di Messi e per restare al top deve allenarsi ad altissimi livelli. Un confronto tra i due rientra nel gioco, anche per una ragione molto semplice: una finale di Champions è quasi sempre una gara equilibrata, in cui le chance sono estremamente limitate. Vince chi riesce a sfruttarle al meglio e in questo caso i calciatori così risultano letali”.
Tornando poi a parlare dell’allenatore dei Reds, Capello aggiunge: “Klopp è riuscito a imporre in Inghilterra il calcio che provava in Germania. Ha trovato a Liverpool i giocatori e l’ambiente ideale per la sua filosofia. Mi ha colpito una sua frase: “Ognuno di voi deve fare 10 metri più“. Lo hanno seguito. È perfetto per Liverpool, è uno dei Beatles. Le due città incidono profondamente sulle due squadre. Quella inglese è operaia, socialista nell’anima e i Reds sono lavoratori. Madrid è reale. È la capitale di una monarchia e il Real è una delle sue espressioni migliori. Per quanto riguarda il punto debole del Liverpool non mi convincono i due centrali, A volte sembrano legnosi. Ho allenato Milner e Henderson in nazionale, il primo è una persona seria e un professionista vero, tra i due ha maggiori qualità. Henderson è un calciatore lineare e un trascinatore“”.
Infine c’è spazio anche per un pronostico e per parlare dell’arbitro: “La storia ha la sua importanza – ha concluso capello – come la maglia che indossi. Il Real è una potenza mondiale. Il Liverpool ha la bacheca più internazionale tra i club inglesi. Per quanto riguarda il serbo Mazic che dirigerà il match bisogna fare due considerazioni: la prima è che il VAR oggi è obbligatorio per la credibilità del calcio. La seconda è che l’arbitro non deve lasciarsi tradire dal desiderio di essere protagonista. Deve permettere alle due squadre di giocare e gestire bene i cartellini. Se dopo la finale non si parlerà dell’arbitro, significa che avrà svolto bene il suo compito”.