Capelli alla Marcelo, talismano biancorosso: Iocolano spinge il Bari nel rush finale
Se non è un talismano, poco ci manca. Simone Iocolano, 29 anni da Rivoli e prima stagione in serie B, ha lentamente conquistato la fiducia di Fabio Grosso e dei tifosi del Bari. Un percorso supportato dai numeri: 10 presenze da titolare, biancorossi ko solo due volte. Una vita al nord, sui campi di serie C dopo la trafila nelle giovanili del Torino (Ivrea, Bassano del Grappa, Valle d’Aosta e Alessandria) prima della grande chiamata: “benvenuto al sud” il cartello virtuale che l’ha accolto in Puglia. E lui ha risposto a modo suo: zazzera imperante per il campo, lavoro e disciplina. Cultura di chi viene da terre sabaude e che a Bassano era conosciuto come “Iocolinho”. Con il Bari a 4 punti dalla promozione diretta e reduce da un pareggio interno contro la Salernitana che ha lasciato un po’ d’amaro in bocca: “Eravamo partiti bene – l’ammissione di Iocolano – poi abbiamo un po’ subito le iniziative della Salernitana e c’ rammarico per come è finita. I fischi? Noi restiamo sereni e sicuri del lavoro che stiamo facendo. E’ chiaro che il pubblico ha il diritto di farlo a fine partita”.Il gruppo però “è unito e solido” assicura: e i social, dove Iocolano è uno dei leader con le Instagram Stories, lo confermano. Non chiedetegli però se ha giocato in Cile, come alcuni siti specializzati riportano: “Fake news – sorride – l’ho letta anch’io ovunque ma non sono mai andato in Cile, non è così. Ho fatto il settore giovanile a Torino fino agli Allievi Regionali”.
“La sto affrontando bene, ora ci sono arrivato e voglio tenerla stretta” spiega Iocolano se gli chiedi come mai in B ci è arrivato a 29 anni. Senza mezzi termini: “In serie C le colpe sono state le mie, poi piano piano sono venuto fuori e sono riuscito a imporre il mio gioco e il mio stile in mezzo al campo”. Passando anche per due playoff persi, l’ultimo ad Alessandria con Bepi Pillon in panchina. Allenatore che il destino gli metterà di fronte sabato a Pescara: “conosco bene Pillon, mi ha allenato ad Alessandria ed è un grande allenatore. Se mi aspetto di giocare sabato? Non lo so, ma darò la mia mano, sia che venga chiamato in causa sia che resti in panchina”. Una possibilità che non fa paura, masticata a lungo in avvio di stagione e in inverno, quando Iocolano è rimasto fuori per 9 partite di fila: “Io ho lavorato tanto sul campo, come ogni giorno da quando sono qui. Mi sono fatto trovare pronto perché mi sono sempre allenato con la speranza di tornare titolare. Il mister mi ha dato sempre la possibilità di allenarmi come tutti gli altri, non mi ha mai messo da parte, mi ha sempre trasmesso tranquillità. Non ho mai mollato”. Messaggio per i compagni e per il Bari: “Quello che è passato è passato, non possiamo vivere di rimpianti. Non è il modo di pensare di una squadra, un giocatore, un atleta che voglia puntare in alto. Ora siamo concentrati solo su Pescara. E non dimentichiamoci che nelle ultime 10 partite di campionato abbiamo perso solo una volta”. E non sul Bernabeu, dove questa sera la Juventus sfiderà il Real Madrid del suo…alter ego Marcelo: “Ci somigliamo un po’ in effetti (ride, ndr) me lo dicono tutti da anni. Ormai è una caratteristica che mi contraddistingue”. Il Brasile, se ci pensate, è nel destino: per la corsa-promozione il Bari si affida anche a “Iocolinho” da Rivoli.