Cantante, compositore e calcio-tennis con Maradona: ecco Puch, la rivelazione del Cile
Rapper amanti del calcio e calciatori amanti del rap: niente di più comune, tutto assolutamente nella norma. Poi però accade che il Cile abbatte per 7-0 il malcapitato Messico e tra i marcatori appare un certo Edson Puch, autore di una doppietta: un nome che suona nuovo nella ‘Roja’, al di là dei soliti Sanchez e Vidal. Curiosità e via su Youtube per approfondirne la conoscenza ma… sorpresa: oltre ai classici ‘tributi’ calcistici appaiono anche canzoni rap e reggae cantate da lui in persona! Eh sì, centrocampista nella vita ma rapper per passione: in campo soprannominato appunto ‘Rapero’ o ‘Mago’, col microfono in mano diventa ‘Comando’. Nelle sue canzoni abbina diverse tematiche, ma soprattutto l’amore per il calcio e per Iquique, la sua città natale: una passione che coltiva fin dai tempi del Club Deportes Iquique, quando il suo pezzo “Tierra de Campeones” riecheggiava nello stadio prima dell’ingresso in campo della squadra a mo’ di inno. “I miei compagni mi chiedono di cantar loro delle canzoni, adorano ciò che faccio” ha raccontato ‘Comando’: a quanto pare il ragazzo ci sa fare oltre che coi piedi anche col microfono in mano. Talento, allegria e divertimento: il più classico dei mix targati Sudamerica.
Come le prestazioni altalenanti in campo, del resto: sprazzi di classe sfoggiati ad intermittenza che hanno contraddistinto la carriera di Puch. Dopo l’esplosione all’Universidad de Chile tra il 2009 ed il 2011 ha deciso di trasferirsi all’Al-Wasl con Maradona come allenatore, eppure i soldi degli Emirati Arabi non riescono a donargli la stessa felicità dei tempi di Iquique, tra calcio e canzoni con gli amici… Subentra la nostalgia di casa, da cui prender spunto per incentrar canzoni sul tema del ritorno stile Iliade ed Odissea. E nemmeno la possibilità di poter essere allenato da Maradona riesce a fargli cambiare idea anzi, per problemi comportamentali viene relegato in panchina. La stima per un idolo come Diego però rimase intatta: “Non so che accadde, meritavo forse maggiore considerazione. Con Diego tuttavia non ci furono mai problemi: a chi non piacerebbe aver la possibilità di lavorare con Maradona? Ci divertivamo e giocava a calcio tennis con noi: si vedeva il suo talento, però non era molto mobile – ride – e noi correvamo! Una volta si mise addirittura a palleggiare con una mela, non credevamo ai nostri occhi, sembrava uno di quei video che si trovano su Internet!”. Poi il ritorno in patria e la lenta rinascita, fino all’avventura in Ecuador alla LDU Quito e la doppietta nei quarti di finale della Copa America del Centenario contro il Messico, per l’ennesima storia romanzesca proveniente dall’America latina. Tra fùtbol e… Rap.
Alberto Trovamala