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“Diridin diridon”: a Cagliari torna il tormentone di Ranieri

Ranieri e il Cagliari: una storia d’amore che non finisce mai

Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano“. Quante volte abbiamo sentito utilizzare questa citazione per riferirsi ai grandi ritorni del calcio. Mai come nel caso di Ranieri e del Cagliari, però, queste parole sembrano appropriate. 

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Ha fatto un giro immenso, l’amore fra Ranieri e il Cagliari. Così immenso che ci sono voluti 31 anni perché Claudio, nel frattempo divenuto “Sir“, o “King“, dopo essere stato “Tinkerman“, tornasse in quella che era diventata una seconda casa, l’isola felice. 

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Ranieri e il Cagliari: ecco come nacque il “Dilly Ding Dilly Dong”

Ranieri a Cagliari ha cominciato a essere l’uomo dei miracoli. Dalla Serie C alla Serie A in due anni, un amore subito sbocciato con la piazza e la promessa di rivedersi, un giorno. In quegli anni fra il 1988 e il 1991 nasce anche il tormentone che Claudio riproporrà a Leicester. Lo aveva raccontato ai nostri microfoni Ivo Pulga nel 2016: “Eravamo a Monte Urpinu a fare l’allenamento, ma eravamo tutti un po’ distanti con la testa. A un certo punto lui ci fece ‘diridin-diridon diridin-diridon, sveglia! Non siamo pecore al pascolo, stiamo facendo un allenamento, abbiamo un obiettivo importante, voglio vedere grinta’“. “Diridin diridon”, il suono di una sveglia, versione antesignana del “Dilly Ding Dilly Dong” riproposto nelle conferenze in Inghilterra, quando c’era da svegliare i giornalisti che sembravano sottovalutare l’impresa in atto. 

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Anche il Cagliari, nel tardo pomeriggio di ieri, ha voluto celebrare il ritorno di Ranieri con questo motto, impresso su una campana. Servirà un’altra sveglia, per riportare il Cagliari nelle zone alte della classifica di Serie B. I rossoblù hanno una rosa che vale ben più dell’attuale quattordicesimo posto, e Ranieri farà il possibile per centrare l’immediato ritorno in Serie A. Potrà contare su un progetto tagliato su misura, con un contratto fino al 2025. Userà tutta l’esperienza maturata in questo giro lunghissimo, che lo ha ttrascinato dalla Grecia all’Inghilterra, dalla Juventus all’Inter, ma che dopo trentun’anni lo ha riportato, inesorabilmente, nella sua isola felice