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Cagliari, Giulini: “Così uccidono il calcio e i nostri sogni”

Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, esprime il suo parere sulla Superlega con un tweet.

Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, espone, attraverso un tweet, il suo pensiero riguardo la Superlega

 

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Così uccidono il calcio e i nostri sogni”. E quale foto, meglio di quella riportata, poteva rappresentare l’essenza del calcio. Il presidente del Cagliari ha utilizzato un’immagine di qualche giorno fa, con Kurtic in lacrime, consolato da Joao Pedro

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Poi il comunicato ufficiale su cagliaricalcio.com: “Il calcio ha significato troppo per me e continua a significare troppe cose. Dopo un po’ ti si mescola tutto nella testa e non riesci a capire se la vita è una merda perché il Cagliari non sta facendo bene o viceversa. Sono andato a vedere troppe partite, ho speso troppi soldi, mi sono incazzato per il Cagliari quando avrei dovuto incazzarmi per altre cose, ho preteso troppo dalla gente che amo” (*Citazione riadattata dal film “Febbre a 90” di Nick Hornby).

 

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Prosegue: “Il calcio è questo, si vince e assai più spesso si perde. Ci sta. Ma senza il sogno di ogni singolo tifoso il calcio non ha senso.Non ci sono tifosi unti dal Signore, perché tutti sono accomunati da un’unica voglia immensa di sognare. Questa Terra, fiera e dignitosa, mi ha insegnato che non bisogna mai rassegnarsi e che bisogna sempre ricominciare a sognare. Puoi perdere ma non smettere di sognare fino a che quella palla continua a rotolare. Ora si vuole fermare quella palla e tutti i sogni che si porta dietro. Anche i sogni di chi fa impresa, e non finanza, di chi rischia di suo perché ha la stessa passione di un bambino che vede rotolare quel pallone. Non so se sarà la fine del calcio, di sicuro sarebbe la fine del calcio che mi ha fatto innamorare e decidere di fare pazzie. Quello che mi ha spinto a mettermi in gioco, a vivere momenti belli e meno belli, a soffrire per non riuscire a ripagare il sentimento della nostra gente, dei tanti tifosi che sognano insieme a me, a provarci sempre e comunque. Proprio loro, i tifosi… PERCHÉ SE NON CI FOSSERO LORO, A CHI FREGHEREBBE NIENTE DEL CALCIO?