Questo sito contribuisce all'audience di

Cagliari, Giulini: “Inter e Milan in mani cinesi? Mi rattrista perché vedo molto business e poca passione”

Il Cagliari vola, nonostante  la sfortuna. Uno dei segreti? Il suo “catino”, il Sant’Elia, che nella gare casalinghe si trasforma in un fortino inespugnabile: tutti e 10 i punti dei rossoblù sono stati conquistati in casa. Un altro? L’allenatore, Massimo Rastelli, come dichiara il presidente dei sardi, Tommaso Giulini, intervistato da La Gazzetta dello sport:

“Ha dimostrato di saper leggere le partite ed è bravo nella gestione. Ma qui c’è la forza di un gruppo in cui tutti sono e si sentono importanti. Quella di Pisacane è stata una bella sorpresa, si è guadagnato la riconferma. Qui gioca chi merita. Qualcuno, vedendo che nel primo anno ho cambiato quattro allenatori, avrà pensato questo. Ma Rastelli non è mai stato in dubbio. Deve fare qualcosa in più in trasferta. I migliori acquisti a gennaio saranno Ionita e Joao Pedro. Sfortuna? Abbiamo chiamato anche Don Carlo, un sacerdote a noi molto vicino. Qui ci vuole una benedizione. In trasferta la squadra non mi è piaciuta, ha fatto molto male allo Stadium, bisogna cambiare passo e spero si possa cominciare già con l’Inter. Ma il Sant’Elia ci ha portato in dote 10 punti e questo è un dato importante”.

Borriello? Come il vino, più passa il tempo più migliora: “Ho visto quel che ha fatto con l’Atalanta nel ritorno, il d.s. Capozucca lo conosce bene. Ha cambiato stile di vita, affidandosi a un nutrizionista e a persone specializzate, credo che come Zanetti e Totti possa andare avanti bene fino a 40 anni. Poi è nato il mio stesso giorno. Storari? Ciò che a noi deve importare, e in questo ha ragione l’allenatore, è aver fatto 6 punti in due partite. La Nord ci ha sostenuto per 95 minuti alla grande, non ci potevamo permettere di avere parte dello stadio contro in queste due partite in casa. Poi è chiaro che la situazione non ci è piaciuta, l’allenatore l’ha risolta con Storari nel modo più intelligente, affidando la  fascia a Sau. Questa contestazione ha motivazioni in cui credo non debba entrare la società. Non riteniamo che questo debba costituire un precedente. Marco in primis ha detto che forse questo gruppo non avrebbe sopportato una scelta diversa. Ha preferito fare un passo indietro e la società ne ha preso atto. Ora la fascia la porta Sau, un sardo fortissimo che ci ha guidati in B. Non l’ultimo arrivato. E tra poco torna capitan Dessena“.

Le prossime tre partite diranno se i rossoblù potranno ambire a qualcosa di diverso dalla salvezza: “A un punto dall’Inter? Ci speravo, ma adesso vorrei ottenere due, tre punti dalle sfide con Inter, Fiorentina, Lazio. Inter e Milan in mani cinesi? Mi rattrista perché vedo molto business e poca passione. Se Moratti tornasse presidente? Sarei felicissimo. Qui siamo all’inizio di un progetto che coinvolge anche l’Olbia e tutto il territorio: niente cinesi. Stadio? Aspettiamo che sia approvata la variante urbanistica. Porteremo nella struttura provvisoria la main stand di Is Arenas di Quartu dove avremmo voluto giocare. Non è stato possibile, ci rimettiamo un po’ di soldi. Giocheremo in un impianto da più di 16 mila posti accanto al Sant’Elia e nel 2020 vorremmo rientrare in un Sant’Elia da 24 mila. Anche per questo ampliamento (doveva essere da 21 mila) spendiamo qualcosa in più. Arriveremo a un totale di 60 milioni, metà con un debito bancario, l’altra metà la mettiamo noi e il costruttore, con l’aggiunta di risorse provenienti dalla cessione degli spazi commerciali e dei naming rights. Stiamo dialogando”.

Parole al miele per il popolo sardo: “Sta rispondendo alla grande, per ora abbiamo una media di 14 mila spettatori. Il sardo è orgoglioso, perseverante, fiero di far parte di un popolo e, come questo Cagliari, non si dà mai per vinto. Vorrei vedere in campo undici sardi. Vedere 4­5 stranieri nelle partite Primavera mi rattrista. Chi investe nei vivai dovrebbe avere vantaggi”. Giulini dice la sua anche sulla ripartizione dei diritti tv: “A parte l’ingiustizia della “tassapromozione” che dobbiamo pagare alla B per tre anni, io ritengo che vadano ridiscussi i criteri di ripartizione riducendo la forbice tra grandi e piccole, sul modello Premier. Altrimenti la qualità del campionato non si alzerà mai. Prima di pensare alle elezioni federali, noi club di A dovremmo mettere mano alla governance della Lega. Io vorrei un modello duale con un presidente di garanzia e un a.d. con poteri reali”.