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Cagliari, Gabriel: “Da piccolo facevo l’attaccante. Sono stato compagno di Neymar, un fenomeno”

Il Cagliari presenta il suo nuovo numero uno. Gabriel è arrivato in Sardegna con la speranza di trovare un posto da titolare, missione impossibile nel Milan con un “mostro” come Donnarumma che non gli ha concesso neanche 1 minuto questa stagione. A Cagliari se la vedrà con il connazionale Rafael e stabilire chi giocherà non saranno certi “problemi” suoi:

“Chi giocherà tra me e Rafael? Lo sa Rastelli, dovete chiedere a lui. Sono venuto a Cagliari per migliorare a prescindere da una maglia da titolare e ho trovato grande armonia tra i portieri. Sono felice di essere qui, tutti mi hanno parlato bene di Cagliari, anche Storari quando l’ho incrociato per le visite. Arrivo con umiltà, con la voglia di dare il mio contributo al Cagliari. La difesa ha preso molti gol, lo dicono i numeri e tutti insieme lavoreremo per prenderne di meno. Questo è un club di un altro livello rispetto al Carpi, l’unica squadra che mi ha permesso di giocare con continuità. A Napoli ho giocato poco ma ho imparato tanto, con un grande portiere come Reina e un maestro come Sarri. A San Siro ho visto un ottimo Cagliari e non ci sono state tante occasioni per il Milan: i rossoblù erano molto compatti e determinati. Mi ha fatto molto piacere trovare altri brasiliani e in più c’è Bruno Alves che parla portoghese, non potevo chiedere di meglio”.

Gabriel ha anche risposto a curiosità e rivelato aneddoti curiosi: “Modelli? Taffarel e Dida, ma anche Julio Cesar. Donnarumma ha potenzialità incredibili, ma lavora anche tanto per migliorarsi. Perché ho scelto di giocare in porta? Da piccolo facevo l’attaccante. Poi il fatto che il portiere aveva una divisa diversa dal resto della squadra mi attirò e così decisi di provare: mi è piaciuto. Dovrò cantare una canzone a tavola? Vedremo, magari chiederò aiuto a mia moglie che fa la musicista. Neymar? Ho giocato con lui e non posso che confermare che si tratta di un fenomeno, fa cose incredibili con una naturalezza disarmante: è un ragazzo che fa dell’allegria il suo punto di forza, sia nel calcio che nella vita. Nazionale? Difficile, ci sono portieri di altissimo livello nel Brasile. Io ho avuto la fortuna di esordire in Nazionale da giovanissimo e di fare tutta la trafila delle selezioni giovanili. Futuro? Ne riparleremo a fine stagione, io ora penso a fare bene”.