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Cagliari, derby speciale in casa Balzano. Papà Nicola racconta Antonio

Se Capuano fosse stato in campo si sarebbe diviso con lui il ruolo da grande ex. Purtroppo Marco  salterà il match a cui teneva tanto e così Antonio Balzano si prende di diritto la copertina di Cagliari-Pescara. Meritatissima. Difficile spiegare perché ciò non accada più spesso e come mai uno come Antonio sia ancora in serie B a 29 anni. “Su e giù come il grande Cafù” dice il testo di una canzone dedicata al suo compagno Marco Sau, frase perfetta per descrivere il “pendolino di Bitonto”. Quantità, qualità, continuità, Balzano è impeccabile in difesa come nelle giocate offensive, dove si contraddistingue per finezze e dribbling degni del miglior Bruno Conti. Una grinta e una caparbietà fuori dal comune completano il repertorio del terzino rossoblù. “E’ cominciato tutto per merito di un mio amico” – racconta Nicola Balzano, papà di Antonio – “Io lavoravo in quel periodo e non potevo assecondare la sua passione. Questo amico di famiglia mi disse che Antonio era veramente bravo, che era dotato di un gran tiro e di forza fisica fuori dalla norma, soprattutto per l’età. Mi convinse e lo portò con se a Bari, nella Olimpic Football Center. L’allenatore era Matteucci, ex Bari e Bologna, che prese subito Antionio in simpatia, ci ha sempre tenuto molto a lui”.

 

Il calcio diventa una ragione di vita per Antonio: “Pensa che fino a quel momento andava benissimo a scuola. Poi venne bocciato in terza ragioneria perché il pallone aveva ormai preso il sopravvento. E’ comunque riuscito a diplomarsi. Noi siamo sempre stati felici per lui, perché si divertiva, ma non avremmo mai pensato che diventasse un calciatore. Poi è passato nelle giovanili del Bari, e lì ci dissero da subito che aveva talento, che era bravo, che se avesse mantenuto la testa giusta sarebbe arrivato. E lui lo ha fatto, mai un allenamento saltato, a costo di andare con la febbre. Ha sempre creduto di poterci riuscire”. Il derby in famiglia di oggi è un “deja vu” in casa Balzano: “Sì, vero. All’epoca Antonio era un grandissimo tifoso dell’Inter, penso tutt’ora. Mente io ero fan della Juventus e quindi ti faccio capire ogni partita tra nerazzurri e bianconeri cosa diventava in casa Balzano”. In campo è un giocatore correttissimo, fuori che persona è? “E’ un ragazzo equilibrato, serio, non gli ho mai visto fare una stupidaggine. E poi è una persona molto leale, sincera con tutti. E dico questo perché me lo riferiscono, non perché sono il padre”.

 

Passioni? Libri e “orecchiette” :”Gli è sempre piaciuto tantissimo leggere, fin da piccolissimo. Ama qualsiasi tipo di libro. Gli piace molto l’inglese, ci tiene a saperlo parlare bene. E ascolta molta musica, soprattutto napoletana. Vizi? A tavola tanti, è sempre stato un “mangione”. Quando può non si fa pregare. Piatto preferito? Boscaiola o “orecchiette con le rape” come si dice giù a Bari”. Dicevamo del derby in famiglia di oggi… Nel 2011 Antonio si è trasferito a Pescara e li ha portato tutta la famiglia. Tre stagioni in Abruzzo, dove ha indossato anche la fascia da capitano: “Noi stavamo a Pavia. Quando lui si è trasferito da Roma a Pescara si è innamorato della città e lì si è voluto stabilire. Ha convinto anche noi e devo ammettere che qui ci troviamo molto bene, è una bella città. Poi con il tempo, nonostante io sia di Bari e tifoso dei biancorossi, mi è entrata nel cuore la squadra di Pescara. Vado allo stadio, mi piace vedere le loro partite, hanno una splendida tifoseria. Insomma, è nata una passione”. Il fratello di Antonio ha pure giocato nelle giovanili pescaresi.

 

Oggi ci sarà dunque una scelta difficile da prendere in casa Balzano: “Che vinca il migliore (ride). Sono due belle squadre che giocano un ottimo calcio e se vinceranno i rossoblù sarò contento per Antonio. Viceversa, se vinceranno i biancoazzurri, sarò contento per il Pescara. Speriamo che vincano soprattutto lo spettacolo e la correttezza. Antonio all’inizio sentiva la mancanza dell’Abruzzo, ma gli è bastato poco per innamorarsi di Cagliari. Lì si trova benissimo con i tifosi, ha trovato tanti amici, gli piace la città e ha trovato pure l’amore. Messaggio? In bocca al lupo Antonio, non posso che augurarti il meglio, te lo meriti”. A Cagliari nessuno potrebbe dire il contrario.