Voleva smettere, ora “insegue” Sau: dal tatami alla Serie A, chi è Carboni
Tonara è un piccolo paesino di meno di 2000 abitanti che si trova nella provincia di Nuoro, tra le montagne della Barbagia, che tutti in Sardegna conoscono per la produzione del torrone e per essere la terra che ha dato i natali a Marco Sau (oggi al Benevento), simbolo e idolo dei tifosi del Cagliari.
Identità e senso di appartenenza sono sentimenti ancora più rimarcati in questa zona, dove non c’è da stupirsi se decine di persone si ritrovano al bar a guardare tutti insieme una partita della Primavera del Cagliari, se in campo a indossare la maglia rossoblù c’è un barbaricino. Succedeva così per Sau, succede così per Andrea Carboni, difensore classe 2001 che Walter Zenga ha fatto esordire in Serie A nel recupero di Spal-Cagliari.
Cintura nera di Ju Jitsu, il momento difficile e l'affetto della famiglia
Pochi secondi in campo, lo scontro fisico con Petagna, poi il fischio finale e l’esultanza per il successo della squadra. Una gioia immensa per Carboni che in quell’urlo ha ripercorso il film della sua vita. I genitori che ogni giorno lo accompagnavano in auto da Tonara a Palmas Arborea (dove ai tempi c’era un distaccamento del settore giovanile del Cagliari), oltre un’ora di macchina per permettere al piccolo Andrea di inseguire il suo sogno, quello di diventare calciatore. Un desiderio così grande da fargli mettere da parte anche la passione per il Ju Jitsu, disciplina nella quale a 12 anni è diventato cintura nera.
Dal tatami ai campi di Asseminello però il passo è stato breve, ma non per questo meno tortuoso: la famiglia – genitori e i due fratelli maggiori – legatissima ad Andrea decide di trasferirsi a vivere a Cagliari proprio per essere sempre presente nella vita del ragazzo. Che però, qualche anno fa, quando già era nell’Under 17 ha attraversato un momento di crisi che lo stava portando a lasciare il calcio. Un brutto periodo superato grazie all’amore dei suoi cari che lo ha rafforzato ancora di più.
"Testa alla Barella"
Passione, lavoro, sacrificio e dedizione (“Testa alla Barella”, afferma chi lo conosce bene) che lo hanno portato a essere uno dei punti fermi della Primavera in questa stagione, una maglia da titolare conquistata lo scorso anno quando ancora era sotto età. Dallo scorso dicembre si allena regolarmente con la Prima Squadra e con Zenga – che lo apprezza moltissimo – è entrato regolarmente nelle rotazioni dei titolari durante le partitelle ad Asseminello. Senza dimenticare l'esordio con la Nazionale Under 19 contro il Portogallo avvenuto lo scorso ottobre.
Molto legato a David Suazo (che ha avuto nell’Under 15) e a Martino Melis, allenatori che ha avuto nel suo percorso giovanile, Carboni è un difensore centrale mancino, molto bravo nel difendere e anche nell’impostare. Piede educato, qualche gol pesante e testa ben salda sulle spalle: pochi giorni fa si è diplomato al Liceo linguistico Itas Grazia Deledda-De Sanctis, mentre il Cagliari già dallo scorso dicembre ha allontanato l’interesse di qualsiasi club facendogli firmare il primo contratto da professionista (scadenza 2022).
Sognando Sau. E una maglia da titolare…
Zenga, che fin dalla sua prima conferenza stampa ha elogiato il ragazzo ammettendo di non considerarlo un Primavera ma un vero e proprio valore aggiunto per la Prima squadra, adesso – dopo l’esordio contro la Spal – potrebbe addirittura lanciarlo da titolare contro il Torino, visto che Klavan e Ceppitelli non sono al meglio, così come Pisacane che ha riportato la frattura di due costole dopo Spal-Cagliari.
E proprio Ceppitelli ha preso sotto la sua “ala protettiva” il giovane Carboni, riempiendolo di consigli e aiutandolo a inserirsi nel calcio dei “grandi”. Di quella Serie A che presto potrebbe vederlo sempre più protagonista con la maglia del Cagliari. Quella che sognava ogni giorno durante il tragitto per Palmas Arborea. Da Tonara alla Sardegna Arena: Sau insegna. Carboni ha già chiaro il percorso.