Buon compleanno Mazzone, la top 11 di tutta la sua carriera
80 anni. Ennesimo traguardo raggiunto da Carlo Mazzone, un signore del nostro calcio senza se e senza ma. Per festeggiare insieme il compleanno dell’allenatore romano abbiamo scelto per voi una top 11 dei giocatori allenati da ‘Sor Carletto’ nella sua lunga carriera in panchina, con tanto di una frase o un aneddoto caratteristico pronunciato dai protagonisti in questione. Ecco la nostra top 11 scelta per voi:
Portiere
Gianluca PAGLIUCA: giocatore di Mazzone al Bologna dal 2003 al 2005, anche se ‘Sor Carletto’ avrebbe l’avrebbe voluto con sé già ai tempi della Roma: “Mazzone mi voleva a tutti i costi, mi sarebbe piaciuta un’esperienza a Roma”, ha dichiarato proprio Pagliuca in tempi non sospetti. E che stima tra i due “Uno degli allenatori che più m’ha dato in carriera”, con tanto di auguri ufficiali recapitati dall’ex numero uno del Bologna per gli 80 anni dell’allenatore romano.
Difensori
Marco MATERAZZI: la maglia è quella del Perugia, stagione ’99 – 2000. Prestazioni e gol importanti per Matrix, tanto da guadagnarsi due anni dopo la chiamata dell’Inter. E un’amicizia vera, quella con Mazzone: “Sono amico di Materazzi: ogni tanto bisognerebbe tirargli le orecchie. Con lui avevo messo la regola dei sei falli: al sesto fallo lo sostituivo. E’ un giocatore molto forte, ma è troppo euforico e fa delle cavolate. A Perugia ne ho parlato con lui; sul piano umano è un ragazzo eccezionale”.
ALDAIR: “Con Carlo Mazzone mi sono trovato sempre bene”, ha rivelato in tempi non sospetti il difensore brasiliano. Un’esperienza di tre anni (dal ’93 al ’96) condivisa alla Roma ed un rapporto davvero ottimo, quello con l’allenatore romano considerato “sicuramente uno tra i migliori allenatori avuti”.
Amedeo CARBONI: è lui il protagonista di una delle frasi leggendarie di Mazzone che, ai tempi della Roma, scorgendolo in posizione troppo avanzata gli chiese: “Amedeo, quante partite hai fatto in serie A?”. “350”. “E quanti gol?”, domandò di nuovo l’allenatore. “4, mister”. “Ecco, allora vorrei proprio sapere ‘ndo cazzo è che vai! Torna subito in difesa!“. Perla assoluta.
Centrocampisti
Andrea Pirlo: Lui deve a Mazzone l’intuizione che gli ha cambiato la carriera. Ai tempi del Brescia infatti fu proprio l’allenatore romano a piazzarlo davanti alla difesa: “Aveva bisogno di essere rapido, agile e veloce sia nei pensieri che nelle intuizioni. Lo portati centrale e leggermente arretrato, in modo che avesse il tempo giusto per pensare e inserirsi. Mi ringraziò, ma io risposi ‘Devo essere io a dire grazie a te, sei tu che corri e giochi, io ti metto solo nelle condizioni migliori per farlo”.
Pep Guardiola: Tra i pupilli di Mazzone c’è stato anche un certo Pep Guardiola. Carattere schivo al limite del mutismo che spinse un giorno Sor Carlé a scherzarci su: “Posso dire che Pep è un ragazzo di una serietà pazzesca, a volte troppa. Per raccontare un aneddoto. Mi ricordo che a Brescia a un certo punto vedevo che non parlava mai e gli faccio: “Ahò, ma te vuoi sta zitto?” E lui: “Ma come, non ho detto niente!”. E io: “Appunto, ti prendo in giro. Non mi dici niente? Non hai osservazioni da fare?”. E lui mi diceva che era così, non contestava, apprendeva e basta”.
Francesco Totti: L’esperienza alla Roma legata indissolubilmente a Francesco Totti, astro nascente della formazione giallorossa: “Con Francesco ho avuto un rapporto padre-figlio. Conoscevo tutta la sua famiglia. Il suo è stato un impatto intenso con la Roma. Lui insieme a Baggio? Vedendoli giocare mi sarebbero caduti i capelli”.
Nakata: A Bologna Mazzone fa conoscenza con il giapponese, è Hidetoshi Nakata a metterlo… in difficoltà: “E’ un centrocampista ‘preciso’, di qualità e agonismo. L’ ho arretrato perché quelli buoni devono stare in mezzo, per essere protagonisti”. Su Mazzone, Nakata poi dirà: “Ho scelto Bologna per Mazzone, anche se mi chiamava Ide, senz’acca”.
Attaccanti
Luca Toni: Preso a Brescia per affiancarlo a Baggio, Mazzone ha sempre avuto un debole per Luca Toni. Per questo motivo, in vista dell’imminente ritorno in Italia del centravanti di Pavullo, il suo ex allenatore benedì l’operazione della Roma: “Non è che abbiamo preso pizze e fichi, abbiamo preso un campione del mondo molto forte in acrobazia, un giocatore che manca alla Roma“.
Dario Hubner: Sacrificato per far posto a Luca Toni a Brescia, Mazzone capisce qualche anno dopo di aver fatto la scelta giusta… per Tatanka: “Qualche anno dopo l’ho rivisto in occasione della partita di solidarietà per Borgonovo, il giocatore colpito dalla SLA. Ci siamo abbracciati e commossi entrambi e ho chiesto a Hubner: “Hai capito perché sei dovuto andare via da Brescia? Io non ce l’avevo con te…”. “Si, mister, ho capito e non ho mai provato rancore nei suoi confronti e poi l’anno dopo sono diventato il capocannoniere in Serie A con la maglia del Piacenza, quindi a conti fatti la devo ringraziare“. Queste parole mi hanno fatto piacere e ho apprezzato ancora di più l’uomo”.
Roberto Baggio: Strappato alla Reggina per portarlo a Brescia, il Divin Codino è sempre stato il fiore all’occhiello di Mazzone: “Mi ha reso bello il finale, con un tocco illuminava la scena. Era un amico che mi faceva vincere la domenica. Non ha mai fatto pesare la sua grandezza”. Chapeu!
Ernesto Branca e Alberto Trovamala