Buon compleanno a Daniele Conti, l’idolo di Cagliari. Gli auguri di papà Bruno, degli ex compagni e…di Francesco Totti. Video
Li hai fatti gioire ed esultare. Qualche volta li hai fatti pure arrabbiare, ma solo perché sei troppo generoso e per questo, col senno di poi, in tanti ti hanno amato ancora di più. Li hai fatti anche piangere, il giorno del tuo addio, lasciando un vuoto lì in mezzo, dove per ben 16 anni la tua maglia numero 5 ha regnato incontrastata. Però, Daniele, che gioia e che orgoglio per il popolo rossoblù quando li hai scelti a vita. Potevi vincere scudetti, vestire la maglia della Nazionale e giocare la Champions. Inter, Bayern Monaco, Roma… quante ne hai rifiutate. Ormai ne amavi solo una. “Al cuore non si comanda” o “la felicità non ha prezzo”. Frasi fatte? Non per te che ne rappresenti l’incarnazione. “Grazie, ma sono felice qui” è sempre stata la tua risposta. Altre parole abusate? E’ vero, molti le buttano sempre lì, ma in quanti le sentono veramente? Un po’ come quel gesto, quello di baciare la maglia. In tanti l’hanno fatto, in pochi potevano permetterselo veramente. Ad esempio…tu: ricordi ancora quel Cagliari–Chievo del febbraio 2011? Daniele Conti, una bandiera, come Francesco Totti, o come papà Bruno.
Lo scorso giugno hai appeso le scarpette al chiodo, ma ciò non ti ha impedito di rimanere campione, nella vita di tutti i giorni. In tanti potrebbero portarci testimonianza diretta. Ma c’è una persona in particolare che il giorno del tuo compleanno può veramente raccontarci chi sei: papà Bruno. Così diversi o così uguali? “Papà è papà…” è la tua risposta. Ma anche Daniele è diventato unico e irraggiungibile a Cagliari. Lo dicono i numeri, lo dicono i tifosi, lo dice Bruno Conti: “Che avesse qualcosa di speciale l’ho capito fin dal Nettuno calcio – racconta Conti ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – dove Daniele e il fratello giocavano sotto età e già questo fa capire quanto fosse intelligente e coraggioso. Tutte le prime società in cui ha giocato hanno deciso di schierarlo sotto età di due anni rispetto agli altri, perché non era solo bravo ma anche il più pronto come testa e questo lo ha poi dimostrato negli anni successivi”. Già, il “gladiatore” romano non aveva paura di nessuno: “Era veramente impressionante veder giocare quel bambino minuto con ragazzi molto più grossi di lui, eppure non si tirava mai indietro”.
Il legame con il fratello Andrea? Fortissimo: “Un altro aspetto che ha contraddistinto sempre la vita di Daniele è lo splendido rapporto che ha con Andrea. E’ un legame che è iniziato nella Primavera e che portano avanti da una vita. Per me la cosa più bella è vedere che certi valori, che a volte si perdono, rimangono, nonostante la distanza tra Daniele e Andrea, uno a Cagliari e l’altro in Svizzera. Al di là dei risultati sportivi, è proprio questo elemento, quello dei valori della vita che mi rende più orgoglioso di Daniele. Da piccoli, lui e Andrea, erano sempre assieme, viaggiavano assieme, giocavano assieme, andavano a scuola assieme e questo legame è rimasto tutt’ora”.
Sulla scelta di andare in Sardegna non ci sono mai stati dubbi: “Quando Daniele ha fatto l’esordio in serie A, nella Roma di Zeman, è stata la società a prendere la decisione di mandarlo in. Appena mi è arrivata la chiamata del Cagliari, Daniele non ci ha pensato due volte. Nonostante fosse un ragazzino, ha deciso subito di andare a trovarsi spazio altrove, a testimonianza di quanto fosse la voglia di emergere e di giocare e del carattere che ha sempre avuto”. All’inizio non fu rose e fiori: “Trovò molte difficoltà e non giocò subito, ma grazie alla sua professionalità, la sua bravura, la sua grinta e la determinazione è riuscito a fare quello che ha fatto, battendo tutti i record, nonostante i grandi personaggi della storia del Cagliari, a partire da Gigi Riva“.
A Bruno non resta che gonfiare il petto: “Sono felice e orgoglioso della sua scelta, quella di giocare per 16 anni nel Cagliari e di vivere per sempre in Sardegna. Mi emozionavo quando lo vedevo triste, soffrire per quella gente e per quei colori e nonostante infortuni e difficoltà ha dato tanto ai rossoblù e sono pienamente soddisfatto per quello che ha saputo costruire con tutto l’ambiente”. I rossoblù sono stati “scelti” da Daniele, che non è rimasto a Cagliari perché non c’erano altre opzioni, ma perché voleva fortemente rimanere: “Per lui non è mai stata una soluzione di ripiego e non ha mai messo i cagliaritani in secondo piano, anzi. Tutta la mia famiglia non ha snobbato la Sardegna e i sardi, che ho cominciato ad amare nell’estate del mondiale del 1982, dopo essere stato ospite di amici a Villasimius“.
Daniele ha dunque incominciato ad apprezzare fin da bambino la sua terra adottiva: “Da quel 1982 non ho più smesso e ci vado tutti gli anni. Daniele ha potuto conoscere i sardi fin da piccolissimo e forse anche così si spiega la sua scelta. Ha avuto tante opportunità di andare in società più importanti ma l’affetto e l’attaccamento mostrato durante la sua permanenza nell’Isola lo hanno spinto a rifiutare sempre”. Vita mondana? No, grazie: “Daniele è tutto casa e famiglia. In campo si allenava al meglio per essere pronto ogni domenica a nuove sfide. Finito l’allenamento si è sempre dedicato alla famiglia ed è presente giornalmente, perché al di là delle ore necessarie a lavorare con la squadra, è sempre stato un marito e un padre incredibile per i tre bellissimi figli che lui e la moglie hanno messo al mondo”.
“Ha fatto una vita da grande professionista, perché finito il lavoro gli piace stare a casa, perché ai locali, discoteche o feste preferisce il divano di casa. Gli piace essere presente, portare i figli a scuola, essere un amico, dialogare con loro ed è una cosa molto bella. Gli faccio tanti auguri, spero che passi un giorno felice con la sua splendida famiglia e da papà non posso che augurargli il meglio per la sua nuova carriera”. Una persona con doti e valori difficili da trovare, e con un insegnante fantastico. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. I tifosi lo adorano, ma anche gli ex compagni e nessuno, proprio nessuno, si è scordato di lui, a Cagliari, ma anche a Roma. Tanti quelli che hanno raccolto l’invito a fargli gli auguri, si potrebbe fare una formazione e le sorprese non mancherebbero: Avramov, Bianco, Lopez, Abeijon, Fini, Lazzari, Nenè, Jeda, Esposito, Andrea Conti, Totti. Sono tutti per te, auguri Daniele.