Bundesliga, RB Leipzig promosso: cresce l’impero RedBull
Il patron Dieter Mateschitz ce l’aveva in testa sin dal primo giorno. Era il 2009, quando l’impero dell’RB Leipzig (QUI la storia) prendeva forma: investimento da 100 milioni in dieci anni deciso dal fondatore di RedBull, con l’obiettivo di arrivare prima possibile in Bundesliga. Sette anni dopo eccoli qui, promossi dopo solo la seconda stagione di purgatorio in Zweite Liga. Un nuovo inizio, per un club-azienda che promette di sparigliare le carte di un calcio tedesco da sempre legato visceralmente alle tradizioni.
Un club di seconda divisione che si può vantare di aver speso 18 milioni di euro in una sessione di mercato, e che di conseguenza tradizionale proprio non è. RB ufficialmente come RasenBallsport (lett. gioco della palla sul prato, forma usata in accordo con la DFL), RB inevitabilmente come RedBull. Basta osservare per un attimo lo stemma della squadra e il gioco è presto fatto. Una società senza passato, che già costruisce il suo futuro e pensa in grandissimo. Champions League? “Obiettivo per il 2020”, ma potrebbe arrivare anche prima. Le infrastrutture, compreso uno stadio, la RBArena, da 43.000 posti, già sembrano pronte ad accoglierla.
Una cavalcata accompagnata dalle critiche più aspre, da Monaco ad Amburgo, ma giunta a destinazione con qualche semplice accordo con la Federazione. La regola del 50+1, che obbliga i club a non possedere nel proprio board un azionista con più del 50% delle azioni del club stesso, arginata senza troppi problemi. E ora, con un secondo posto aritmetico (e tanti soldi) in tasca, il mondo RB Leipzig si presenta alla Bundesliga. Ad allenarli, l’anno prossimo sarà Ralph Hasenhüttl, grande protagonista nella stagione appena terminata a Ingolstadt, altra novità del campionato tedesco. Già poste le fondamenta per una rivoluzione, le grandi di Germania sono avvisate.