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“Non escludo il ritorno”: Buffon e la Juventus, ancora insieme

Chissà su quali parti di “Fútbol” si sarà soffermato Gianluigi Buffon. È uno dei libri che – come documenta il suo profilo Instagram – ha portato con sé in vacanza, prima di ricominciare. Sì, perché non ha smesso di giocare a calcio, di praticare il fútbol; e continuerà a farlo ancora per un anno. “Il calcio è dubbio costante e decisione rapida”: eccola, una citazione di Osvaldo Soriano che forse fa al caso di Gigi. Dove ricomincerà a giocare a calcio, l’ex portiere della Nazionale? Lo farà, ancora, alla Juventus. Perché il dubbio costante su una carriera giunta al termine o meno, magari lo avrà accompagnato negli ultimi dodici mesi; ma poi Buffon è arrivato ad una decisione rapida: tornare a casa. La decisione, apparentemente, più facile tra tutte le decisioni.


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E allora ecco che più di un anno dopo dall’addio in quel pomeriggio di maggio, bagnato dalla pioggia, la storia tra Buffon e la Juventus ricomincia. Come se questo arco di tempo non fosse mai trascorso? Buffon che vince un titolo a Parigi, ma non la Champions. La Juventus che vince un altro scudetto, ma non la Champions. Un filo sottile che lega ancora la Signora ad una delle sue leggende più grandi, una di quelle che la seguì anche in Serie B ormai più di dieci anni fa. In realtà, però, questo anno è passato. Buffon tornerà alla Juventus nel segno della continuità di un sentimento che “ha fatto un giro (non tanto) immenso e poi è ritornato”, ma questi dodici mesi sono stati un nuovo paragrafo, un inciso quasi inedito. Ora si va a capo, si ricomincia: sarebbe affascinante richiamare la teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche, secondo la quale in un tempo ciclico gli eventi si ripetono sempre allo stesso modo, all’infinito.

 


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Ma anche se il calcio è pieno di ritorni, corsi e ricorsi storici, questo è un nuovo capitolo della storia (quella sì, scolpita a prescindere da qualsiasi finale) tra Buffon e la Juventus: perché nuovo è Buffon, consapevole che il suo ruolo non sarà più quello di numero 1, ma di secondo dietro al nuovo titolare Szczesny; perché nuova è anche la Juve, che soltanto pochi giorni fa ha presentato un nuovo allenatore che segna il passaggio da un certo modo di intendere il calcio ad un altro e che un anno fa, proprio quando Buffon salutava, acquistava uno dei due calciatori più forti del mondo: Cristiano Ronaldo. C’è qualcosa, però, che difficilmente cambia: i legami. Dai quali scaturisce perennemente la voglia di fare il bene reciproco. Quello della Juventus sarà ritrovare un leader di uno spogliatoio che comincerà un nuovo percorso e avrà bisogno di una guida in più; quello di Buffon sarà concludere non “in esilio” la propria carriera, ma tra le calde braccia di chi lo ha avvolto in tutti questi anni; prepararsi magari ad un futuro da dirigente e intanto inseguire forse per l’ultima volta quel sogno in comune che è non c'è bisogno neanche di specificare.


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Un sogno che porta a Istanbul, che nel tempo ha cambiato nomi, dominazioni, fisionomia: ma è rimasta sempre se stessa. Per questo però ci sarà tempo. Domani Buffon e la Juventus si legheranno ancora, ricordando quel giorno di diciotto anni fa, quando i bianconeri lo presero dal Parma; quando, citando Franco Califano, “eravamo più giovani e la vita era leggera”. E se la Juventus una “vecchia signora” lo è per definizione, Buffon non è più un ragazzo ma un uomo che “sente che quel sentimento non si è spento, nel cuore è diventato più profondo. Non escludo il ritorno…”.