Brugman, futuro diviso tra Palermo e Pescara: “Ma non mi piacerebbe tornare in B”
La Serie A sfiorata a Pescara e trovata, poi, a Palermo. Gaston Brugman ha faticato ad imporsi nel marasma vissuto in Sicilia, con sette allenatori in meno di una stagione e una serie di cambi tattici che lo hanno visto giocare in praticamente tutti i ruoli del centrocampo. Una duttilità che ha reso l’uruguaiano un elemento importante per i rosa e che, come ammesso dallo stesso regista al Corriere dello Sport, gli ha permesso di entrare subito nelle grazie di Walter Novellino: “Crede in me e manifesta il suo affetto censurando gli errori ed esaltando le qualità. Un atteggiamento che mi rende felice”. Eppure manca ancora la continuità, anche se quando è sceso in campo ha dato sempre il suo apporto: “Ci vorrebbero almeno cinque partite consecutive per ottimizzare il rendimento, al di là del settore assegnato. Io non le ho mai viste. Mi consola che, quando sono stato chiamato, non ho fallito”.
Con un presente ancora da vivere e una Serie A da salvare, il futuro di Brugman resta in bilico. Il cartellino è di proprietà del Pescara, ma la sua speranza è quella di confermarsi in Sicilia: “Io ci credo, non so poi cosa farà il presidente. Difficile entrare nella testa di persone che conosci poco. Se il Palermo vuole, ha l’opzione per riscattarmi, altrimenti non mi abbatterò. In ogni caso una esperienza positiva”. Intanto, dopo aver salutato Mino Raiola per affidarsi al padre e ad un suo collaboratore (“Da oltre un anno, scelta personale”, ha ammesso Brugman) non è escludere anche un ritorno alla base, per una seconda esperienza in maglia biancazzurra: “In B non mi piacerebbe, ma senza alternative avrei poco da urlare. Siamo in balia delle onde. A volte chi merita resta fuori. Nessuno può prevedere il domani”.