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Brasile, Bremer: “Qui per dimostrare a Tite che voglio andare al Mondiale”. Ibañez: “Mourinho mi ha aiutato”

In occasione della prima conferenza stampa con il Brasile, Bremer e Ibañez hanno parlato della loro emozione per la convocazione con la Seleção

Dopo il weekend di campionato, per i giocatori di Serie A – e non solo – è tempo di pensare alle rispettive nazionali. Possono sorridere certamente Bremer e Ibañez: i due difensori sono stati convocati per la prima volta con il Brasile, in vista delle Amichevoli internazionali contro Ghana e Tunisia. A pochi giorni dal debutto, in programma venerdì 23 settembre, entrambi hanno parlato in conferenza stampa per presentarsi ai tifosi brasiliani.

Bremer: “Ho parlato con Danilo e Alex Sandro”

In conferenza stampa, Bremer ha esordito parlando delle sue sensazioni ed emozioni per la convocazione con il Brasile: “Sono molto felice per l’opportunità di essere in Nazionale, è il sogno di ogni atleta, di ogni bambino, essere qui. So che siamo vicini alla Coppa del Mondo, mancano 50 giorni, ma sono venuto qui per ottenere il mio spazio. Sono venuto qui per  dimostrare a Tite che sono capace e che posso andare in Coppa”. 

 

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Proseguendo, il difensore della Juventus ha voluto parlare del Brasile e delle prossime avversarie: “In nazionale sappiamo di essere forti, Ghana e Tunisia non le seguo molto, guarderò i video, ma voglio la mia opportunità, non dipende solo dal gioco. In ogni momento della partita ci sarà una difficoltà, il che è normale e spero di esserci per rispondere nel migliore dei modi”.

Circa l’unione del gruppo, Bremer ha spiegato l’importanza di due suoi compagni alla Juventus:Ho parlato molto con Danilo, con Alex Sandro, mi hanno aiutato con alcune cose. Essendo la mia prima volta, loro mi danno consigli, sono persone che alla Juventus mi hanno aiutato, sono sempre un punto di appoggio per me”.

Ibañez: “L’Italia è una ‘culla’ della difesa”

Per Ibañez, forte credente, la convocazione del Brasile gli ha mandato un segnale: “Il modo in cui penso, tutto accade quando Dio vuole, ci credo molto. Ho fatto parte di tutto il ciclo, ho avuto l’opportunità di indossare la maglia della nazionale under 23, ma non ho fatto parte delle Olimpiadi. Non so se sarebbe stato più veloce arrivare in nazionale maggiore, ma ho continuato a lavorare allo stesso modo e ho continuato con i miei sforzi per essere qui oggi e ne è valsa comunque la pena”.

 

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Ci sono poi tanti campioni nella nazionale brasiliana con cui il difensore della Roma si sente onorato ad allenarsi: “Il primo giorno qui è una sensazione inspiegabile, essere dalla parte di così tanti atleti ad alte prestazioni, e la sensazione per le persone nuove è inspiegabile. Lavorando al fianco di Thiago Silva, giorno per giorno, penso di poter fare alcuni esempi in tal senso“.

 

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Chiusura sull’importanza degli insegnamenti in Italia: “Riguardo alla parte difensiva, l’Italia è una ‘culla’ della difesa. Ci arriviamo e loro hanno già professionisti per farti imparare il più rapidamente possibile il loro modo di lavorare, quindi questo per noi aggiunge molto. Ho fatto il mio primo anno all’Atalanta ed è stata un’esperienza molto importante per me, penso che abbia aggiunto molto. E, da parte di Mourinho, dare consigli e idee su come giocare in Italia ha aiutato molto per essere qui oggi”.