Brasile, un passo falso tira l’altro
Il Brasile esce con le ossa rotte dal Mondiale. Ancora, verrebbe da dire. Dopo il 7-1 di 4 anni fa subito dalla Germania in semifinale, dopo tutti presupposti di cambiamento e la crescita sotto la gestione di Titè, per la Selecao arriva un altro passo falso.
Il Mineirazo non è mai andato giù ai tifosi brasiliani, sia per il risultato, pesante, sia perché il Mondiale casalingo era un’occasione più unica che rara. Magari con quel sesto titolo inseguito anche in Russia. Fu una figuraccia, poco da dire. Anche se contro la Germania poi campione, i 7 gol subiti rendono quella sera dell’8 luglio una delle più buie della storia del calcio brasiliano.
Seppur in proporzione, alla Kazan Arena si è consumata un’altra disfatta in tinte verdeoro. Di fronte, il Belgio di Hazard, di De Bruyne, di Lukaku, affamato di vittorie e di sfatare i propri tabù. Uno su tutti: non essere mai andato oltre un quarto di finale in un Mondiale dal lontanto 1986. C’era poi anche da vendicare l’unico precedente, del mondiale 2002, quando agli ottavi di finale Ronaldo, Ronaldinho, Rivaldo e company eliminarono i Diavoli Rossi per poi andare a vincere il mondiale nippo-coreano. Ieri sera le cose, per la gioia di Roberto Martinez, sono andate diversamente.
La pressione è da sempre difficile da sopportare. Avere i favori dei pronostici può sempre essere un’arma a doppio taglio, un onore da sapersi meritare ed un onere da doversi sobbarcare. Come 4 anni fa, in maniera meno fragorosa ma comunque sorprendente, il Brasile delude bookmakers e tifosi, e invece di una coppa porta a casa solo interrogativi e dubbi. Sul leader di questa squadra, Neymar, sempre nel limbo tra stella mondiale e meteora del nuovo millennio. Sull’allenatore Titè, schiacciasassi nel girone di qualificazione, speso in difficoltà nella spedizione russa. Su un gruppo solido, ma allo stesso tempo fragile appena si palesa qualche ostacolo.
Il Belgio ha vinto la partita sostanzialmente nel primo tempo, impressionando per intensità e quantità di palloni giocati nella metà campo avversaria. Nella ripresa il Brasile è uscito, ha preso in mano le redini, ma il muro dei Diavoli Rossi ha retto, mettendo in evidenza l’intelligenza di giocatori come Hazard e De Bruyne. È grazie a loro che da oggi si può parlare di Kazanazo.
Dopo il Maracanazo del 1950, in cui aveva perso a sorpresa il titolo con l’Uruguay. Dopo il Mineirazo di 4 anni fa. Ora un’altra pagina da aggiungere al libro degli incubi verdeoro. Il Belgio non aveva mai vinto contro una squadra sudamericana in un Mondiale. Lo fa nella sera che serve di più, giocando una partita perfetta. Il Brasile interrompe la striscia di 15 risultati utili consecutivi proprio all’appuntamento da non fallire.
Il Belgio va avanti, il Brasile va a casa. Il Kazanazo è già storia.