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Hummels-Lewandowski, amicizia e rivalità tra (ex) compagni

Gli 11 trofei vinti insieme tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund, la benedizione di Klopp, le scintille in allenamento, l’addio: una storia in quattro episodi prima del ‘loro’ Klassiker.

Reunion. O anche L'Amico Ritrovato. Se di amicizia vera si può parlare. Prendendo in prestito il titolo, solo quello, di un romanzo di Uhlman. Uno di quelli della Trilogia del ritorno. Perché di ritorni si può parlare. Monaco-Dortmund, per un viaggio iniziato in Baviera e finito in Renania (due volte). E un altro che invece ha seguito la direzione opposta.

Fermate di un treno su cui sono saliti sia Hummels che Lewandowski, condividendo una parte di tragitto insieme in entrambe le città. Per questo Borussia-Bayern è anche (forse soprattutto) la loro partita. 

Dal Borussia al Bayern: chi è passato dalla parte del "nemico"

Borussia – Bayern, "Der Klassiker" e la 'prima' di Lewandowski vs Håland


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Robert fa gol, Mats prova ad evitarli. Questione di ruoli, banalmente, ma nel loro rapporto non c'è mai stato niente di scontato. Compagni e avversari, 'nemici' e amici anche quando hanno vestito la stessa maglia. Rivali.

Al Dortmund hanno giocato insieme per la prima volta in Bundesliga, allenati da Jurgen Klopp. "Lavorare con quei ragazzi è stato incredbile, due giocatori fantastici. Senza di loro la mia carriera non sarebbe stata la stessa". Ricordi all'ombra del Muro giallo. 

Bundesliga a porte chiuse? Addio fattore casa


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Hummels nel Bayern ci è cresciuto, Lewandowski è arrivato nel 2014. Due anni dopo si sono ritrovati, quando l'Allianz Arena diventava il tempio dei gol del polacco. Tanto da fare lui gli onori di casa al figliol prodigo: "E' tornato qui per vincere".


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Parole distanti anni luce da quelle pronunciate quando Mats per la seconda volta ha scelto di nuovo Dortmund: "E' triste che non sia rimasto perché non voleva combattere per un posto da titolare".

L'eco (forte) alle dichiarazioni di Kovac e all'arrivo al Bayern di Lucas Hernandez, un colpo da 80 milioni per una difesa in cui Hummels non era più sicuro di essere una prima scelta: "Competizione significa che gioca il migliore. Mats ha preferito farsi da parte"

Dopo tre stagioni trascorse insieme; tre anni in cui era inevitabile farsi i complimenti a vicenda come due anime di una squadra che non potevano contendersi mai tra di loro un posto da titolare in partita. Ma durante gli allenamenti non è mancata qualche scintilla. Un errore di Mats, una leggerezza di Robert. Due giocatori che anche col fratino non lasciano correre su certi episodi. E' bastato un gol preso in partitella. 

"Lewy, non è serio così! Non puoi fermarti e allacciarti le scarpe in questi momenti!".

"Sei tu che hai perso la palla!".

"Il mio è stato un errore ma il tuo è un problema di atteggiamento". 


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Forse non proprio l'amico con cui andare all'Oktoberfest se non per presenziare col costume tipico e con il resto della squadra per la foto 'd'ordinanza' all'appuntamento annuale più classico del Klassiker. Quello è più il ruolo di Thomas Muller, tanto che sui social lui e Hummels diventano 'ThoMats' e periodicamente si impegnano in sfide a distanza; l'ultima, ieri, a freccette. Ha vinto Muller ma l'appuntamento è rimandato al Signal Iduna Park. 


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Invece, l'ultima volta che Hummels e Lewandowski si sono incontrati è stato lo scorso 9 novembre, nel 4-0 del Bayern firmato da entrambi, purtroppo per Mats e per quell'autogol che ha reso il risultato ancora più tondo. Allora non c'era Haaland, un ragazzino che fa paura e in cui Hummels rivede proprio Lewandowski, anche se vuole andarci cauto: "Ho giocato tanti anni con Lewy, so riconoscere un buon attaccante quando lo vedo". Sì, e anche un buon rivale, da compagno di squadra e sopratutto da avversario.