Bologna, Inzaghi: “Vogliamo diventare i rompiscatole del campionato”
Lavoro, mentalità e voglia: così Inzaghi ha ribaltato il Bologna: “Accettavamo troppo facilmente di perdere. Ora vogliamo diventare i rompiscatole del campionato”
“Eravamo arrivati ad un punto di accettare troppo serenamente di perdere”. E’ ripartito da qui Pippo Inzaghi per ribaltare il Bologna. Ha lavorato sulla testa dei giocatori (“Mi sembrava che si fossero convinti di non essere forti”), ha toccato le corde giuste per rimettersi in pista dopo un avvio complicato: “Lo dico subito: io con i giocatori sono molto franco – ha ribadito Inzaghi in un’intervista al Corriere dello Sport – cerco di spiegargli tutte le cose senza girarci intorno”.
Attaccanti che fanno gol e difensori che evitano di prenderne. Il calcio di Inzaghi è semplice, è necessario però essere convinti delle proprie qualità, perché la vittoria parte dalla testa: “Vedi quello che è successo con la Roma: ha fatto sì che io mi incazzassi dopo la partita. Il giorno prima gli avevo detto che credevo in loro, che potevano fare l’impresa. Ma non può essere solo l’allenatore a crederci, deve partire da te”.
La voglia di Pippo è la stessa di quando assaltava le porte avversarie: “Mi è piaciuta quella che abbiamo messo con l’Udinese. Era la mia quando giocavo, è la mia da quando alleno. I miei giocatori ce l’hanno dentro. Vorrei che diventassimo i rompiscatole del campionato. Cosa ho capito di Bologna in questi mesi? C’è un affetto incredibile, incondizionato e non meritato. Perché? Forse perché ce la metto tutta. Vogliamo far ritrovare la passione a questo tifo. Mi piacerebbe far tornare questi tifosi orgogliosi. E sognare, chissà: tra qualche anno lottare oltre che per la salvezza anche per qualcos’altro. Sono un sognatore. Alcuni mi chiedono chi me lo fa fare. Ma io in poltrona non ciso stare”.
Fosse per Inzaghi ora starebbe ancora correndo dietro ad un pallone nascosto dietro alle linee immaginarie del fuorigioco diventate le sue migliori amiche. Lasciare è stato faticoso ma necessario: “Non ho mai pensato di poter smettere di giocare a pallone. Perché se ci avessi pensato sarei stato troppo male. E’ successo così in fretta che per fortuna non me ne sono accorto. Io ho fatto molta fatica, non mi rendevo contro di essere arrivato al tramonto”.
Inzaghi fa poi il punto sui singoli: “A Santander non ho chiesto niente perché è uno molto generoso. Destro? Con me sta dando e non posso lamentarmi. Spero possa trovare un gol per sbloccarsi. Ma la stima c’è. Orsolini? Io stravedo per lui. Ma voglio metterlo nelle migliori condizioni possibili. Mi auguro possa giocare titolare anche mezz’ala, ma per farlo deve ancora crescere”.
L’intervista completa sul Corriere dello Sport in edicola oggi