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Tevez attacca Schelotto: “Se fosse rimasto, sarei andato via io”

L’eterna finale di Libertadores persa a Madrid contro i rivali di sempre del River è una ferita ancora aperta nei tifosi del Boca Juniors. E non fa eccezione Carlos Tevez, diviso tra la delusione per la sconfitta e quella rabbia per non aver potuto lottare insieme ai suoi compagni per il titolo, perché lasciato in panchina per ben 110 minuti. Ai microfoni di Tyc Sports, l’attaccante argentino ha detto la sua sul momento del Boca Juniors e sui sentimenti negativi che lo tormentano da quel maledetto 9 Dicembre 2018: “Se sapessi quando la ferita si rimarginerà, lo direi. Ma il dolore ancora non passa”.

Dal sogno Libertadores alla rabbia per l’esclusione. Tevez non risparmia Schelotto: “Se fosse rimasto, sarei andato via io. Per il bene del club sono stato calmo, cercavo di aiutare i compagni, ma ho subito parecchie mancanze di rispetto. Ho sempre lottato per il mio posto in squadra, non ho fatto problemi. E per amore del Boca ho sopportato anche quando giocavo dieci o cinque minuti, una cosa che in un altro club non avrei mai tollerato”.

Il rapporto tra l’allora allenatore Schelotto e Tevez, già difficile e controverso, tocca i minimi storici a causa di una vecchia conoscenza del calcio italiano: Mauro Zarate. Infatti la decisione del club di acquistare l’esterno ex Lazio non è stata digerita dall’Apache: “Vedi che un giocatore è un idolo nel club e fai di tutto per sostituirlo. Prendi qualcuno che giochi al suo posto e alla prima partita mandi subito Tevez in panchina. Si capisce, è un segnale che non ti vogliono. E io so che Zarate è stato acquistato solamente per vendere me. Credo che quest’anno sarà l’ultimo. È l’ultimo del mio contratto, ma credo che lo sarà anche come calciatore”.