La rivincita di Marco Bleve: “Mi diedero del pazzo quando scelsi Carrara”
L’intervista al portiere della Carrarese protagonista della promozione dei toscani
“Vedere così tanti tifosi allo stadio, i bambini festeggiare, riaccendere l’entusiasmo in una città come Carrara è bellissimo”. Le parole di Marco Bleve, portiere della Carrarese, rappresentano al meglio il sentimento di una città che ha visto un sogno quasi impossibile trasformarsi in realtà. Dopo 76 anni, la Serie B torna a Carrara. Per sorreggere il peso di una storica promozione sono servite le mani sicure dell’ex Lecce. L’estremo difensore giallazzurro è stato un pilastro della Carrarese dentro e fuori dal campo, con 46 partite in stagione e 23 clean sheet collezionati.
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Da Lecce a Carrara: “Ho fatto la scelta giusta”
Marco nasce e cresce nella provincia di Lecce. Lì, indossa il primo paio di guanti e sempre nella sua Lecce corona il sogno di diventare il portiere dei giallorossi. Il calcio dà e il calcio toglie e a Lecce non arriva mai quella stabilità tanto desiderata. Nella scorsa sessione estiva arriva, però, la chiamata della Carrarese. Bleve, sempre di proprietà del Lecce, decide di lasciare casa e la Serie A per scendere di categoria. La decisione non è delle più semplici.
La Carrarese lo corteggia per tutta l’estata e alla fine è arrivata la decisione: “Quando qualcuno ti vuole così tanto, è difficile dire di no. Ho capito subito che era giusto accettare l’offerta”. Per Bleve è stata la stagione del riscatto. Dopo anni difficili, il numero uno è riuscito a scrivere una nuova pagina di calcio e di vita. Orgoglio e tanta forza di volontà, due qualità che hanno regalato a Bleve una delle più grandi soddisfazioni della sua carriera.
Il rapporto con Calabro
Parte del merito va all’allenatore della Carrarese, Antonio Calabro, con cui Bleve ha uno splendido rapporto: “Lo conoscevo già perchè siamo della stessa zona, andavamo al mare insieme, qualche parola in dialetto ci scappa, è un rapporto intenso”. Il resto è storia. Ma la storia tra la Carrarese e Marco è destinata a continuare. Intanto, il suo nome è già scritto e resterà eternamente scolpito nel marmo di Carrara.
A cura di Nicolò Minerva