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Bilic e un professionismo estremo…shock: “Non ho ancora dato un nome alla mia neonata: c’è un lavoro da portare avanti”

Quante volte vi sarà capitato, parlando con qualsiasi padre o avendo vissuto le stesse emozioni, di sentirvi dire o ammettere che il giorno della nascita del proprio/vostro figlio verrà ricordato come uno dei momenti più belli di tutta la vita? Una normalità ed un’ovvietà, accompagnata da mesi di gestazione della compagna e tanta attesa per diventare una o più volte papà, che dovrebbe scandire le tappe di ogni percorso simile, in cui anche la scelta del nome da attribuire al neonato rappresenta uno dei primi nodi da sciogliere a riguardo.

Così, quantomeno, dovrebbe andare per chiunque. Slave Bilic a parte, in uno dei casi più sorprendenti e curiosi di cui mondo del pallone e vita in generale possano essere venuti a conoscenza. L’allenatore croato del West Ham, diventato papà di una bambina da pochissimi giorni, non ha ancora infatti deciso come chiamare la sua neonata. La spiegazione? Il pessimo avvio della sua squadra in Premier (3 punti in 5 partite, con un solo successo e 4 sconfitte incassate) ed una situazione inaspettatamente intricata che sta totalmente allontanando Bilic da qualsiasi cosa non riguardi gli Hammers. “E’ strano, e l’ho detto ai miei collaboratori. Ho avuto una figlia pochi giorni fa, ma i miei pensieri sono totalmente rivolti al calcio“.

Parole che esplorano i confini dello shock e che, al contempo, dimostrano una totale full immersion dell’allenatore croato nel proprio compito. Pensarci prima? A quanto pare, non è stato possibile. Tanto da lasciare una figlia ancora senza nome:  “Non è positivo – ha ammesso Bilic – Chiaramente adoro mia figlia e per lei, se dovessi farlo, andrei in ginocchio in Australia. Ma quando mi chiedono se le ho dato un nome rispondo di no: questo è il calcio, e ho un lavoro da portare avanti“. Su Bilic, insomma, potreste davvero dire di tutto. Ma non che non sia un professionista esemplare…