Bertolacci: “Milan, la colpa non è solo mia. Karagumruk? Un’oasi felice”
Tre amici e una chitarra. Lucas Castro che cerca gli accordi, Emiliano Viviano pronto per cantare a gran voce. “Quanto a me… beh, sono un po’ stonato – dice Bertolacci -. Quando gli altri suonano le canzoni di Ultimo o Grignani, però, mi aggiungo volentieri”.
Nel cuore di Istanbul, da qualche mese a questa parte, c’è un briciolo di Italia – anzi, di Serie A – che si diverte e fa divertire gli appassionati della Super Lig. Viviano, Borini, Biglia, Bertolacci e Castro hanno trovato un’isola felice nel Fatih Karagumruk, squadra della capitale, neopromossa in Serie A turca.
“La mattina andiamo al campo, più tardi – per via del COVID – non c’è granché da fare. Castro abita con me, in attesa di trasferirsi nella sua nuova casa. La sera ogni tanto ci raggiunge Emiliano, insieme facciamo gruppo tra playstation, tv e la chitarra di Lucas”, racconta l’ex centrocampista della Nazionale ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
DALL’ITALIA AL KARAGUMRUK: IL PROGETTO DEL CLUB
Dopo le ultime esperienze con Milan e Samp, Bertolacci ha deciso di provare una nuova avventura all’estero: “Il Karagumruk mi aveva già cercato in estate, ma avevo un paio di offerte dall’Italia che volevo valutare per bene. Qualche mese più tardi, ho chiamato Viviano; mi ha detto che qui si trovava alla grande e così ho accettato la proposta del vicepresidente Serkan".
"Dopo quasi due mesi a Istanbul, non posso che ringraziarlo per questa opportunità. La città mi piace tanto, il club ha un progetto importante, anche il cibo mi ha sorpreso: che siano turchi, italiani o giapponesi, in tutti i ristoranti che ho provato, ho mangiato bene. Mi sto trovando molto meglio di quanto avrei potuto immaginare”.
[tweet id="1358133843430154240"]
Merito di un Karagumruk che parla italiano e di uno spogliatoio che ha accolto Andrea a braccia aperte: “Con noi ci sono anche Zukanovic e Balkovec, che hanno un passato in Serie A. Prima di accettare, avevo paura di sentirmi solo, di trovare un clima diverso una volta lasciata l’Italia. Tutto il contrario: anche con i ragazzi stranieri c’è un bel rapporto, in più sto prendendo lezioni di inglese per perfezionare la lingua”.
In campo, però, spesso si parla italiano. Anche con… i piedi: “Il Karagumruk è una società neopromossa con grandi obiettivi, Serkan cercava giocatori forti tatticamente, che avrebbero permesso alla squadra di fare subito un salto di qualità. Il calcio qui è molto maschio, tanti gol e contropiede, in questa situazione quell’intelligenza tattica tipicamente italiana può tornare utile a un gruppo inesperto. Il campionato? E’ più difficile di quanto pensassi. Mi ha stupito Aboubakar, centravanti del Besiktas, e anche Ekuban del Trabzonspor, che è meno famoso del primo, gioca sulla fascia e parla pure italiano: qualche anno fa era nella nostra Serie C”.
Arrivato a Istanbul alla fine di dicembre, Bertolacci vanta già 9 presenze e un gol con la sua nuova squadra: l’ultima rete in Italia risale al dicembre 2017, dopo che Andrea aveva fatto ritorno al Genoa in prestito dal Milan.
"MILAN? COLPA MIA, MA NON SOLO"
A proposito di Milan: nell’estate 2015, i rossoneri spesero 21 milioni per acquistare Bertolacci a titolo definitivo dalla Roma. L’esperienza con i rossoneri non è stata però indimenticabile: “Per colpa mia, certamente, ma anche a causa di un ambiente che non permetteva alla squadra di rendere al top”.
Da ormai quasi un anno, però, Romagnoli e compagni riescono a tenere il passo delle big del campionato: merito di un gruppo di giovani guidati da Pioli e… Ibrahimovic. “Zlatan ha fatto la differenza, in campo ma soprattutto fuori – spiega Andrea -. Nei miei primi anni al Milan c’erano tanti giovani in gamba, penso a Conti, José Mauri (QUI LA SUA INTERVISTA), Locatelli, Suso e Ocampos. Mancava, però, un vero e proprio leader che si prendesse la squadra sulle spalle, che ci dimostrasse in ogni istante cosa significasse indossare quella maglia. Aggiungici le tante questioni a livello societario, con Galliani, Barbara Berlusconi, la cessione ai cinesi e poi gli americani… Era un momento strano, per i giovani era difficile affermarsi”.
Oggi, invece, i rossoneri hanno tutte le carte in regola per puntare allo scudetto: “Hanno dimostrato di poter lottare fino in fondo, non credo che il derby di domenica deciderà le sorti del campionato. Dalla sua, l’Inter ha il vantaggio di potersi concentrare solo sulla Serie A, sarà dura tenere il ritmo dei nerazzurri. E occhio alla Juve: ha ancora una rosa fortissima”.
TRA ISTANBUL E LA SERIE A: I PROGETTI PER IL FUTURO
Uno sguardo alla sua Italia, senza però distrarsi dagli obiettivi fissati con il Karagumruk: “Ritorno in Serie A? Non ci penso, qui ho un contratto fino al 2022 – spiega il classe 1991 -. Sapere che la dirigenza ha fiducia in me fa sì che possa esprimermi al meglio, finalmente mi concentro sul presente senza interrogarmi su quello che verrà: negli ultimi anni con Milan e Samp, ho sofferto l’idea che fossi in scadenza”. Lucas Castro alla chitarra, Bertolacci e compagni lo seguono in coro: a Istanbul si canta in italiano, magari sulle note di Grignani. Dalla Serie A alla Super Lig, destinazione… paradiso.