Bernardeschi, baby-selfie: “Ti posso taggare?”. Risate, e poi… “la pelle d’oca del primo gol”
“Berna!”, “Berna!”. Mormorio che cresce, applausi che arrivano rumorosi quando Federico Bernardeschi entra nel teatro dell’Oratorio di Santa Caterina da Siena a Coverciano. La tappa fiorentina della Junior Tim Cup inizia qui, dove l’avventura era cominciata quattro anni fa. Oltre 100 bambini, di tutte le età. Ma tutti con un sogno: ripercorrere le orme di Berna. Palloni, pezzi di carta, diari e quaderni: tutto è buono per un autografo. E poi… foto, anzi selfie! Perché i social uniscono tutti. “Ti posso taggare?” sussurra un bambino, o almeno crede di farlo. Sentono tutti, risate assicurate. “Certo!” risponde Federico con un sorriso, dopo aver preso il telefono in mano perché le braccia del piccolo tifoso non erano abbastanza lunghe. Prima, i calciatori del domani si sono improvvisati giornalisti: “il primo gol in viola?“, domandano. “Bellissimo, un’emozione che comunque sogni fin da bambino. Cerchi di lavorare sempre per raggiungere quel sogno. Realizzarlo e’ un’emozione forse indescrivibile a parole, mi e’ venuta la pelle d’oca, e’ stato un momento particolare che mi portero’ dietro per tutta la vita” risponde Bernardeschi. “E l’esordio in A?”, “un’emozione altrettanto bella. Lavori e sogni per quello. Il mio invito a tutti e’ di non smettere di sognare perche’ prima o poi si raggiungono i propri obiettivi nella vita. E’ una gioia al cuore immensa essere acclamato da tanti bambini che urlano il mio nome, e che mi acclamano. Sono una soddisfazione ed un orgoglio per me certe cose”. Poi tutti in campo, insieme. Nonostante la pioggia. Berna il fratello maggiore, l’esempio da seguire, il beniamino. Un pomeriggio speciale e diverso: basta un selfie per sentirsi vicini.