Questo sito contribuisce all'audience di

“Benvenuto Modric Marquez”: nasce il figlio di un calciatore del Granada, con Luka come idolo

Seduti a tavola, a lavoro o nel tempo libero. Sono questi i momenti in cui un futuro genitore passa tantissimo tempo a pensare quale nome dare al nascituro. A volte è così, ma non sempre. Alcuni hanno le idee ben chiare. Non hanno bisogno di pensarci. C’è chi ancora rimane ancorato alle tradizioni e sceglie il nome del nonno e chi, come sempre più spesso accade nel mondo del calcio, sceglie quello del proprio idolo. L’ultimo caso in ordine di tempo arriva dalla Spagna. Javier Marquez, giocatore del Granada, ha scelto di chiamare suo figlio “Modric”. Troppo facile il collegamento al centrocampista croato del Real Madrid.

Infatti, non appena la società andalusa ha deciso di fare pubblicamente gli auguri sui social al proprio giocatore svelando il nome del neonato, subito i tifosi si sono scatenati tra ilarità e incredulità. Alcuni però hanno difeso la scelta del giocatore spagnolo, spiegando che Modric Marquez alla fine suona bene. Questa è l’unica cosa che conta. Infatti, ai più attenti, non saranno sfuggiti altri casi simili.

“L’ho chiamato Thomas come N’Kono” sono le parole pronunciate da Buffon per spiegare la scelta del nome del suo primogenito. N’Kono, portiere della nazionale camerunense ai Mondiali del ’82 e del ‘90, è stato l’idolo giovanile del portiere della Juventus, che ha voluto rendergli omaggio in questo modo. C’è poi chi si è superato, chiamando il proprio figlio Pirlo. Il piccolo Pirlo Kayal è nato il 7 settembre 2014 dalla mamma Angela e dal papà Beram Kayal attuale centrocampista del Brighton con un passato importante al Celtic.

Sono dunque parecchi i casi in cui i calciatori hanno battezzato i figli con i nomi dei loro beniamini: il figlio di Antonio Cassano ad esempio si chiama Lionel in onore di Lionel Messi, mentre l’ex calciatore ucraino Andriy Shevchenko ha chiamato il figlio Jordan in onore del più grande giocatore di basket della storia: Michael Jordan. Incredulità si, ma nemmeno troppa.

Ubaldo Gulotta