Benevento, Cragno: “Difficile dire di no a una big, ma preferisco giocare”
Benevento in serie A dopo 88 anni di storia grazie anche alle parate di Alessio Cragno. Il portiere di Fiesole ha disputato una stagione fantastica: 33 presenze, 30 gol subiti e 15 volte imbattuto in campionato. Risultato? Giallorossi promossi grazie ai play-off.
“È stato pazzesco e forse non ci rendiamo neppure conto di cosa abbiamo fatto” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “A inizio anno era inimmaginabile, ma a Benevento ho scoperto una società molto organizzata e un grande presidente come Vigorito. Abbiamo scritto la storia“. E l’estate potrebbe diventare indimenticabile anche grazie all’Under 21: “Siamo un gruppo di grande talento, ma la nostra forza è l’unione che si è creata. Siamo amici fuori dal campo è il nostro segreto. Donnarumma? Una concorrenza del genere è solo da stimolo. Non mi sento né titolare né riserva, toccherà a Di Biagio scegliere e decidere“.
Ventura lo ha già chiamato a diversi stage in ottica Nazionale maggiore: “Un passo alla volta. La Nazionale è il massimo e già partecipare agli stage rappresenta un segnale importante. Ero in lizza anche per la convocazione prima dell’infortunio. Modelli? Da bambino mi divertiva vedere Higuita, ma era un po’ pazzo. Come carattere e modello il riferimento è Casillas. Punizioni? Mi diverto a calciarle in allenamento. Tiro anche i rigori. Farlo pure in partita? Per il momento meglio di no…“. Cragno non è un tipo social: “Sono riservato e non mi piace mettere in piazza la mia vita privata. Li uso il minimo indispensabile e sfrutto di più la tecnologia per studiare allenamenti e altri portieri. Ai social preferisco i puzzle da mille pezzi per rilassarmi“.
Cragno spirito da guerriero: “Volto insanguinato? Quelle immaginimi sonopiaciute. Mi rappresentano molto: preferisco sanguinare o beccarmi una pallonata in piena faccia piuttosto che prendere gol“. Inizii? In piscina: “Facevo nuoto, non mi piaceva. A 8 anni con gli amici mi sono iscritto alla scuola calcio. In porta? Il bambino che faceva il portiere aveva la febbre e, da ultimo arrivato, mi hanno messo lì. Non sono più uscito“. Futuro: “Alle big è difficile dire no, ma nel mio ruolo serve continuità. Per crescere e migliorare ho bisogno di giocare“.
In chiuso d’intervista Cragno leva ai calciatori un etichetta: “Quella dell’ignoranza. Mi piace leggere e lo fanno tanti altri miei colleghi, eppure si dice che i calciatori pensano solo alla playstation e alle auto. Ultimo libro letto? Amo i romanzi storici: la trilogia di Novecento di Ken Follett, il mio preferito. Perché il 17? Mi piace andare controcorrente. E poi non sono scaramantico“.