Benevento ultimo in Serie B: tutti i numeri della crisi
Il club giallorosso è ultimo in classifica nonostante un monte ingaggi da top club e quattro avvicendamenti in panchina dove è in arrivo Agostinelli
Ultimo posto in classifica, tutti a rapporto dai tifosi e quarto allenatore in viaggio verso la città. A 6 giornate dalla fine del campionato, dopo le dimissioni di Stellone, il Benevento ha scelto di chiedere ad Andrea Agostinelli di compiere una missione che, numeri alla mano, se non impossibile appare oggettivamente difficile: conquistare la salvezza in Serie B.
Benevento, per la salvezza ora serve un’impresa
Sono 5 i punti di ritardo dalla zona playout, dal quartultimo posto attualmente occupato dal Perugia; 7 quelli che separano i giallorossi da Cittadella, Venezia e Cosenza, appaiate a quota 36 e a -3 dall’Ascoli. Un terzetto di squadre intente a giocarsi le proprie carte per ottenere la permanenza in categoria senza passare dagli spareggi per non retrocedere. Intanto, in casa giallorossa ci si ritrova a interrogarsi su cosa non abbia funzionato in una stagione sciagurata, ripartita dalla semifinale playoff persa contro il Pisa e che, partita dopo partita, si è tramutata in un incubo sportivo a occhi aperti.
Quella semifinale l’aveva conquistata Fabio Caserta, l’allenatore scelto dal presidente Oreste Vigorito per il dopo Filippo Inzaghi e la retrocessione dalla Serie A. Esonerato, nella stagione in corso, alla sesta giornata, a margine della sconfitta rimediata a Brescia con un gol di Bianchi al 93’. Quel Brescia che ieri ha operato, per uno strano scherzo del destino, il sorpasso in fondo alla classifica ai danni dei campani. Fatale per Caserta la terza battuta d’arresto a fronte di due vittorie e un pareggio, ma probabilmente qualcosa si era già rotto al termine dell’annata precedente.
Oggi Caserta avrebbe dovuto incontrare Vigorito per tornare al posto del dimissionario Stellone, ma ieri sera, 10 aprile, a poche ore dalla sconfitta casalinga con la Spal (1-3) è arrivata una “fumata nera” preventiva con l’immediata virata su Agostinelli, che l’intero campionato è stato ospite fisso nella trasmissione settimanale sul Benevento in onda sull’emittente televisiva regionale di Vigorito.
Benevento, la mancata svolta: gli interregni Cannavaro e Caserta
Per rimanere in tema di annata sfortunata è durata, invece, 17 partite l’esperienza di Fabio Cannavaro alla guida del Benevento. Arrivato in pompa magna, con il rispetto che si deve a un Campione del Mondo, l’ex capitano della Nazionale ha esordito con un pari casalingo contro l’Ascoli (1-1) e ci ha messo 7 gare per vincere la prima: ironia della sorte 2-1 in casa della Spal. Cannavaro aveva rassegnato le sue dimissioni già alla decima giornata, a quattro turni dal suo arrivo, in seguito al ko a Como: respinte dal presidente Vigorito.
Il successo al “Mazza” è stato, però, il classico fuoco di paglia perché alla giornata numero 23 il divorzio si è consumato e stavolta per volere del presidente, che si è giocato la carta Stellone per provare a invertire la rotta, preso atto dei soli 3 successi a fronte di 7 sconfitte e altrettanti pari racimolati da Fabio Cannavaro, sollevando dall’incarico anche il direttore sportivo Pasquale Foggia.
Peggio ha fatto Stellone, che dopo aver perso all’esordio a Cagliari ha battuto il Brescia e ha chiuso la sua parentesi di 9 match sulla panchina del Benevento con uno score di 5 sconfitte (le ultime 3 di fila) e 3 pareggi. Il filo conduttore di tutte le gestioni sono stati gli infortuni che hanno tartassato il Benevento.
Benevento, non basta un monte ingaggi da top club
Laggiù nonostante 31 calciatori in organico, 6 dei quali guadagnano più di un milione di euro (Glik, Farias, Schiattarella, La Gumina, Ciano e Veseli), al dodicesimo posto per valore della rosa con totale del valore dei cartellini che ammonta a 23,24 milioni di euro con un passivo di 2,03 milioni tra investimenti per gli acquisti e introiti garantiti dalle cessioni (fonte: transfermarkt.it).
Ha pesato il rendimento degli attaccanti (Simy, 21 presenza e nessuna rete è l’emblema). Il miglior marcatore è il centrocampista Tello con 5 gol nel peggior attacco del torneo (24 reti in 32 giornate). Non di meno hanno inciso le assenze di lussi per la categoria come Glik o dello stacanovista capitan Letizia, costretti a fermarsi e l’elenco degli indisponibili è stato spesso più lungo dei calciatori a disposizione. Non resta che sperare altrimenti bisognerà ripartire.
Benevento, il futuro è dei giovani: l’esempio di Carfora
Di certo dai giovani che il presidente Vigorito ha da sempre messo al centro dei suoi progetti. Talenti come il diciassettenne trequartista Lorenzo Carfora, che nel marasma generale si sta ritagliando il suo spazio. Il futuro è dei giovani, ma per il Benevento è ancora il momento di pensare al presente non lasciando nulla di intentato.
Clima tesissimo: l’aggressione a Jureskin
Il clima teso che sta vivendo Benevento, si è tramutato in un grave fatto: il terzino Roko Jureskin, all’uscita dall’allenamento, è stato aggredito con un pugno in volto (leggi qui). Per il fatto, è arrivata anche la condanna del sindaco Mastella: “Condanniamo con fermezza gli autori di questo gesto violento e ingiustificabile: a nome della città, chiedo scusa al calciatore Roko Jureskin. La sconsideratezza di qualche invasato non può mettere in discussione la sportività e la civiltà di Benevento. Il mio invito e la mia esortazione a tutti i tifosi é che il finale di campionato sia vissuto con compostezza e fair play, in qualunque caso“