Bayern, Rummenigge: “Coman? Probabilmente lo riscatteremo. Benatia rimarrà alla Juventus”
“Juventus e Bayern? Tra i due club c’è una bella amicizia”: chissà quanto potrà valere se le due squadre si incrociassero nei quarti di Champions. Karl-Heinz Rummenigge, intervistato da Tuttosport, non nasconde il desiderio di incrociare i bianconeri il più tardi possibile: “Prima di tutto vogliamo qualificarci ai quarti. Il 5 a 1 dell’andata contro l’Arsenal è un risultato favorevole, ma martedì, a Londra, dovremo essere bravi a chiudere i discorsi. In Champions bisogna ragionare un passo alla volta. Evitare la Juventus? Andiamo ai quarti, poi si vedrà… Le big vogliono sempre incontrarsi tra loro il più tardi possibile e quindi mi auguro di incontrarli molto più avanti. Non abbiamo dimenticato le partite della stagione passata. Due sfide interessantissime, dove abbiamo avuto anche un po’ di fortuna: a Monaco sembrava persa, ma alla fine siamo riusciti a riaprirla e passare il turno”.
Su Ancelotti: “Negli ultimi 6-7 anni siamo stati fortunati come allenatori al Bayern. Abbiamo avuto Van Gaal. Heynckes ha centrato la tripletta e dopo è arrivato Guardiola, che aveva il peso e le pressioni dell’annata precedente in cui si era vinto tutto. Di Ancelotti siamo molto contenti: abbiamo un ottimo feeling e marciamo spediti in tutte le competizioni. E’ totalmente sereno, Carlo: è uno che non si lamenta di nulla. Io e lui parliamo in italiano, ma sta migliorando anche col tedesco. Quando andiamo a cena, invece, è un po’ come ci invertissimo: lui predilige i piatti bavaresi, tutti abbastanza pesanti, tipo lo stinco di maiale. Io a tavola sono più italiano: adoro la pasta e le vostre mozzarella e pomodoro. Abbiamo un gran rapporto e lui mi dà la sensazione di trovarsi molto bene da noi. Barcellona? No. Chi, come Carlo, ha allenato il Real non potrai mai andare al Barça e viceversa”.
Rapporto con Agnelli: “Quando Andrea Agnelli, artefice della rinascita juventina post Calciopoli, è diventato presidente si è ispirato molto alla Germania, al modello Bayern e al nostro modo di interpretare il business. Noi non siamo come le inglesi e le spagnole. E soprattutto dobbiamo gestire le società in modo indipendente, senza sceicchi o oligarchi che paghino i conti. Andrea apprezza la nostra indipendenza. Abbiamo un bel rapporto. Agnelli è stato bravissimo a riportare la Juve dove merita di stare. E’ molto professionale e si è scelto collaboratori altrettanto capaci, come Marotta e Paratici. Essere bravi a scegliere le figure professionali è una qualità fondamentale, perché poi alla fine la responsabilità finale è del presidente. Marotta e Paratici al Bayern? No. Per due motivi: a livello di mercato e scouting siamo attrezzati e i nostri dirigenti conoscono molto bene quelli della Juve. Tra i due club c’è una bella amicizia. Però Se ripenso a Pirlo devo ammettere che è sempre stato un mio pallino. La Juventus è stata bravissima con lui. Tutti pensavano fosse al tramonto, invece è stato decisivo per altri 4 anni a Torino. Un gran colpo”.
Al Bayern arrivò invece Toni: “E’ amatissimo. Anche Luca mi chiama spesso. Adesso che è dirigente mi chiede qualche consiglio… Il mio ufficio è sempre aperto. E tutti i nostri campioni hanno accesso gratuito allo stadio”. Tante le operazioni di mercato passate e presenti tra i due club: “Vidal lo volevamo da anni, ma il Leverkusen preferì cederlo alla Juve pur di non vederlo da noi. Al primo spiraglio sono riuscito a ingaggiarlo. E’ uno degli acquisti di cui vado più orgoglioso. In campo è una garanzia, ma è una figura importante pure nello spogliatoio. Da noi è contento, però conserva un ottimo ricordo degli anni juventini. Lui un “nottambulo”? E’ cambiato. Da quando è qua nessun caos con lui o a causa sua. Coman? L’opzione è valida fino al 30 aprile. Al rientro dall’Europeo ha avuto qualche difficoltà. Ma ultimamente è tornato sui suoi livelli. Con molta probabilità lo riscattiamo. Benatia non si discute, purtroppo è stato penalizzato da qualche problema fisico. In ogni caso penso che resterà a Torino. Con la Juve abbiamo un accordo abbastanza chiaro. Mandzukic idolo? Non sono sorpreso. Conosco Mario, è uno che per la squadra fa sempre tutto, lo ha fatto pure da noi, in modo particolare l’anno del Triplete“.
Il croato ha anche cambiato ruolo per i bianconeri: “Mi ha incuriosito, ma devo dire che lo interpreta come mi immaginavo: lottando per la squadra. E’ una belva. E’ stato lui a voler lasciare il Bayern perché non aveva un buon rapporto con Guardiola. Di Mandzukic non dimenticherò mai il gol segnato in finale di Champions. E pure i caffè nel mio ufficio. Non è uno che parla tanto… Ma è un croato dal cuore caldo, ogni tanto ha bisogno di essere calmato con due chiacchiere”. Un giudizio su Dybala: “Messi è unico. Ma è vero, Dybala sta dimostrando di essere bravissimo. No, ai tempi del Palermo noi non ci abbiamo provato, ma solo perché abbiamo una politica di mercato diversa dalla vostra. Non proviamo ad acquistare tutti i giocatori bravi, ma puntiamo a rinforzare solo i reparti dove siamo più carenti. Dybala è un talento, ma noi in attacco abbiamo Lewandowski, Muller, Robben, Ribery… Verratti? Non credo che il Psg lo metterà sul mercato. Ha un contratto lungo e a Parigi i soldi non mancano”.