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Bari-Trapani, Stellone contro Cosmi, due quasi… amici. Nel ricordo di una (quasi) promozione in A col Genoa

Uno è cresciuto all’ombra di un papà, Gaetano, che in tanti ricordano in campo, con la maglia della Lazio. L’altro da bambino tifava Roma. Solo Roma. Di capitale però – con la c minuscola – ora c’è solo l’importanza della sfida che domani li metterà di fronte: Roberto Stellone sulla panchina del Bari, Serse Cosmi su quella del Trapani. 19 anni li distanziano sulla carta di identità (classe 1977 Stellone, nato nel 1958 Cosmi), 4 in classifica con le loro due squadre che non se la passano poi cosi bene. Nel passato però, hanno un’annata esaltante vissuta fianco a fianco: Genova, sponda rossoblù, stagione 2004/2005. Il Genoa grandi firme allestito da Enrico Preziosi guadagna sul campo la promozione in serie A. Al centro dell’attacco ci sono un “certo” Diego Milito e Roberto Stellone, che segna 18 reti in 29 partite. Mai così in alto in classifica cannonieri. “E’ stata la mia annata migliore, anche se di gol ne ricordo 17, forse le statistiche me ne attribuiscono uno segnato in allenamento” ci ha scherzato su nel prepartita l’allenatore del Bari.

“E’ uno dei riferimenti ai quali mi sono ispirato – ha ammesso Stellone – a Cosmi ho rubato qualche segreto, ma non lo svelo alla vigilia della partita, è un’ottima guida e un ottimo motivatore. Domani poi conta solo vincere, anche non giocando bene”. Serse da condottiero rianima i suoi: “La classifica è corta: restando uniti e giocando sempre determinati, ne verremo fuori”. E pazienza se quel salto in A fu trasformato dalla giustizia sportiva in una retrocessione in C1 per una valigetta: Cosmi vinse in quell’anno il Torretta d’Oro come miglior allenatore emergente. Emergere, ma dalle sabbie mobili della classifica: è il messaggio fissato sulle porte degli spogliatoi di Bari e Trapani domani ore 15, quando al “San Nicola” saranno in palio punti pesanti per la classifica e la solidità delle panchine di Cosmi e Stellone. Che per 90 minuti saranno “soltanto” avversari, anzi quasi amici.

LUCA GUERRA