Bari, Moras: “Farò parlare il campo. Qui grazie a Sogliano”
In greco il suo nome significa “portatore di messaggio”. E al Bari porta un diktat semplice ma efficace: “Pochi fronzoli, poche parole ma buone: e tanti fatti”. La ricetta di Evangelos Moras, primo acquisto ufficiale del Bari targato Cosmo Giancaspro, è presto tracciata: oggi il difensore greco, reduce da un quadriennio a Verona e già a Bologna e Cesena in Italia, si è presentato in conferenza stampa. “Appena il direttore Sogliano mi ha chiamato non ho avuto esitazioni ad accettare questa soluzione. Sono contento perché sono in una piazza importante”. Il rapporto con il ds, tanto fresco quanto intenso: “L’ho conosciuto a Verona, nei tre anni insieme abbiamo avuto tante discussioni ma il nostro rapporto è stato sempre franco. Mi piace per questo. Ho avuto altre offerte, ma la priorità era lavorare con lui”. Una squadra conosciuta da avversario: “Il San Nicola mi ha sempre impressionato, è una città da serie A”. In biancorosso ritrova Valiani: “A Bologna eravamo compagni di stanza, per me è un grande professionista. Conosco anche Gentsoglou, siamo stati compagni di squadra nell’Aek Atene”. 35 anni ad agosto, ma la voglia di fare bene è intatta: “Ho tanta fame e posso dare molto: è logico che qualcuno abbia avanzato dubbi sul mio rendimento visto che non sono giovanissimo, ma facciamo parlare il campo. Mi sento pronto per portare esperienza e rendimento a Bari. Appena non mi sentirò più in grado di giocare, sarò il primo a dire basta”.
Il Bari non parte tra le favorite per la vittoria del campionato di B, complici anche i lievi ritardi nella costruzione della rosa: questa l’idea del gigante di Larissa, 27 presenze all’attivo con la nazionale greca e due mondiali nel curriculum. “Però contano tanto le idee, noi dobbiamo essere compatti: ho seguito il Bari e ho avuto l’impressione che, nonostante una media di quasi 25mila spettatori , sia mancato sempre qualcosa per puntare alla promozione. Dobbiamo capire cosa è mancato e compensarlo”. Due promozioni tra Bologna e Verona gli han permesso di capire come si vince: “A Verona ho vissuto i migliori quattro anni della mia vita, è stato molto complicato andare via. L’anno scorso è stato complicato, dentro e fuori dal campo: quando si parte male, è difficile rialzare la testa. Mi spiace per la retrocessione, perché l’Hellas è stata davvero casa mia, e non solo perché il nome mi ricorda la Grecia. Non so se amerò i colori del Bari, di certo non posso amarli da un giorno all’altro. Se starò bene a Bari, amerò Bari. Ma darò tutto dal primo giorno qui”. Sulle spalle il numero 18, compagno di una carriera: “Ho un legame particolare con questo numero, ma ci sono ragioni personali (la scomparsa del fratello, ndr) che mi spingono ad andare sempre oltre le difficoltà. Sono ancora carico, sono qui per puntare in alto”.
Luca Guerra